Sindacati: no ai ticket, giù le tasse

Appello a Chiodi: misure alternative per abbattere i costi della sanità

PESCARA. «Il vero annuncio che aspettano i cittadini abruzzesi, fortemente colpiti nelle loro condizioni di vita dalla crisi economica, è la riduzione graduale degli attuali livelli di tassazione». I sindacati Cgil, Cisl e Uil, bocciano i nuovi ticket della sanità stabiliti dal governo (e sospesi dalla Regione) e chiedono al presidente Gianni Chiodi l'apertura di un confronto.

La richiesta unitaria, anticipata nei giorni scorsi dal Centro, è partita dopo l'annuncio del commissario Gianni Chiodi del pareggio del bilancio della sanità nel 2010, ma soprattutto dopo che la la manovra finanziaria 2011-2014, approvata dal Governo ha introdotto un taglio di 8 miliardi al finanziamento del Servizio sanitario nazionale, e ha cancellato il fondo di circa 400 milioni che copriva i ticket della specialistica che ora saranno a carico delle Regioni con una quota fissa di 10 euro per ricetta. Chiodi ha già detto che la nuova gabella è ingiusta e dannosa e ne ha sospeso l'applicazione per 15 giorni in attesa di risposte dal governo su eventuali misure alternative (ticket sui codici bianchi dei pronto soccorsi e sulla farmaceutica). Infatti le Regioni che non vorranno far pagare ai cittadini il ticket, dovranno coprire con ulteriori interventi il mancato introito.

In Abruzzo, sostengono i sindacati regionali, «una delle Regioni con la tassazione già elevata ai livelli massimi a carico dei cittadini, un ulteriore intervento a carico della comunità rappresenterebbe una scelta difficilmente comprensibile».

Per questo Cgil, Cisl e Uil «pur apprezzando la volontà della Regione di soprassedere momentaneamente all'introduzione del ticket sulle visite specialistiche», sollecitano commissario e il sub-commissario Giovanna Baraldi «a studiare provvedimenti di contenimento della spesa, come l'unificazione degli acquisti, le semplificazioni organizzative che, salvaguardando i livelli essenziali delle prestazioni ai cittadini e offrendo a livello distrettuale alternative appropriate all'uso improprio dell'ospedale, permettano di aggredire l'area delle inefficienze, degli sprechi e della spesa clientelare».

In caso contrario l'introduzione di nuovi prelievi fiscali sarebbe «inaccettabile» soprattutto «sulle fasce più deboli della popolazione abruzzese che già sono costretti a pagare un'addizionale Irpef molto elevata rispetto ad altre regioni. L'introduzione di ticket sanitari finirebbe con l'aggravare la già delicata situazione di centinaia di migliaia di pensionati, di famiglie, di giovani e di ceti meno abbienti».

Le risorse necessarie per il pareggio del bilancio corrente e per la riduzione del debito della sanità, aggiungono i sindacati «vanno trovate attraverso altre strade, con una nuova logica di intervento che sappia realizzare in modo incisivo quelle riforme istituzionali, amministrative ed organizzative per una diversa qualità della spesa pubblica, che purtroppo la manovra indica troppo debolmente».

Da qui parte la necessità per i tre sindacati di aprire «un ampio confronto» con il governo regionale, «per individuare soluzioni condivise sulla riqualificazione della spesa sanitaria e su tempi e modalità di intervento per riorganizzare e sviluppare i servizi territoriali alternativi all'assistenza ospedaliera ed evitare l'introduzione di misure che avrebbero solo effetti negativi sui cittadini e costituirebbero un ulteriore freno alla crescita e allo sviluppo della Regione».

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