CORONAVIRUS

Sospesa l'ordinanza della Regione, l'Abruzzo torna in zona rossa. Forse per poche ore

I giudici del tribunale amministrativo dell'Aquila accolgono il ricorso del governo, i negozi devono richiudere in attesa del nuovo provvedimento da Roma. I commenti politici, del governatore Marsilio ("Mi sento con la coscienza a posto") e del ministro Boccia

L'AQUILA. L'Abruzzo torna ad essere zona rossa, sia pure probabilmente per poche ore. Dodici, o forse 24 ore, di divieti covid (negozi chiusi) in attesa che il governo stabilisca la nuova zona in cui la regione può rientrare alla luce dei nuovi risultati sui contagi. E' il significato della decisione con la quale il Tar Abruzzo ha accolto il ricorso del Governo contro l'ordinanza del presidente della Regione Marco Marsilio che aveva anticipato il rientro dell'Abruzzo nella zona arancione (da zona rossa) e consentito quindi ai negozi di riaprire per il giorno festivo dell'Immacolata malgrado non vi fosse alcun provedimento da Roma.

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La richiesta di sospensiva è quindi stata accolta. Ed è stata fissata al 13 gennaio la Camera di consiglio nel merito sull'equilibrio costituzionale che la questione ha sollevato tra il potere delle Regioni e lo Stato.

IL PRINCIPIO. «In linea di principio il giudice amministrativo - si legge nella sentenza decreto del Tar aquilano - deve garantite i diversi livelli di governo quando vengono in rilievo lesioni dirette delle rispettive prerogative, ossia della sfera di autonomia istituzionale che, nello Stato pluricentrico, viene specificamente riconosciuto dall'ordinamento a ciascun ente ed a ciascun livello. In definitiva sussiste un preciso interesse giuridicamente tutelato delle Amministrazioni statali ricorrenti alla sospensione di un provvedimento che lede direttamente una prerogativa esclusivamente spettante alle Amministrazioni statali in base a inequivocabili norme di legge». Per il giudice quindi c'è «la competenza esclusiva del Ministro della salute a provvedere alla classificazione delle Regioni e Province autonome sulla base di scenari differenti e diversi livelli di rischio previsti dal D.P.C.M.3 dicembre 2020 che sono basati su un complesso sistema di ben 21 indicatori che misurano non solo l'indice Rt, ma anche, ad esempio, la capacità di risposta del sistema sanitario regionale».

IL COMMENTO DI MARSILIO: "La pervicace azione del governo produce come risultato l’insensato e schizofrenico ritorno in zona rossa, per un giorno, di una regione che da due settimane mostra valori stabilmente arancioni, ormai persino tendenti al giallo. Dopo che il Tar ha negato per due giorni l’esistenza di un “pericolo” così grave da giustificare un provvedimento d’urgenza, era chiaro che oggi il governo avrebbe potuto provocare solo il risultato di vedere una regione cambiare colore tre volte in tre giorni. Incuranti delle conseguenze pratiche nella vita delle persone, pur di poter esibire lo scalpo del reprobo Abruzzo. Mi sento con la coscienza a posto: ho tutelato la salute dei cittadini adottando senza indugio le misure restrittive necessarie, e ho agito di conseguenza quando i dati mostrano un numero di guariti doppio o triplo dei nuovi contagiati da una settimana, tenendo conto della tenuta economica del territorio. A un atteggiamento pragmatico e aderente alla realtà dei fatti, il governo preferisce una rigida e tetragona applicazione burocratica delle norme. Rifiutandosi, come ha fatto sin dal 2 dicembre scorso, di applicare un potere di deroga che è previsto dalle norme stesse, senza dare nessuna spiegazione di questo rifiuto".

IL MINISTRO BOCCIA (AFFARI REGIONALI): "Con la sentenza del Tar Abruzzo che ha sospeso l'ordinanza del presidente Marsilio, che aveva autonomamente portato la Regione da zona rossa ad arancione, è stato rispristinato il principio della tutela prioritaria della salute. È necessario sempre lavorare insieme, soprattutto quando si devono prendere decisioni che impattano sulla tutela della salute dei cittadini; è necessario sempre rispettare le regole comuni che insieme ci siamo dati, praticando il principio costituzionale di leale collaborazione tra livelli istituzionali. Il governo è sempre stato, e continuerà ad essere, al fianco dei cittadini abruzzesi per rafforzare le reti sanitarie e ristorare tutti i comparti economici costretti a fare duri, ma necessari, sacrifici per proteggere la vita difendendo la salute di tutti. Non è tempo di polemiche ma di riprendere con il presidente Marsilio un lavoro comune".

I CONSIGLIERI REGIONALI M5S: "Il Tar dell'Aquila ha accolto la richiesta di sospensiva avanzata dal Governo dell'ordinanza del presidente della Regione Abruzzo Marsilio. L’Abruzzo torna in zona Rossa. Un pasticcio a danno di tutti gli abruzzesi che ancora una volta sono in balia di scelte irragionevoli basate probabilmente più sulle logiche di consenso che sulle reali esigenze degli abruzzesi. Ora che il Tar si è espresso è ancora più evidente che il presidente Marsilio ha commesso un grave errore: le norme vanno rispettate altrimenti si creano danni enormi a tutto il territorio. Ci auguriamo che dopo questa ennesima bastonata il centrodestra abruzzese inizi davvero a smetterla con l’opposizione a tutti i costi alle scelte del governo e inizi a dimostrare quella collaborazione istituzionale che fino a ora da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia abbiamo visto solo a parole”.

CAMILLO D'ALESSANDRO (Italia Viva): "Se uno passa con il rosso al semaforo non è che può giustificarsi dicendo che avevi fretta. La decisione di Marsilio era fuori legge, un giudice lo ha certificato, piu che altro ha certtificato l'incapacità del Presidente Marsilio. Le Istituzioni sono una cosa seria, la caciara da osteria romana è altra cosa. Se non si fosse mosso fuori le regole ed i corretti rapporti istituzionali ora i nostri commercianti, sabato e domenica, avrebbero potuto lavorare. Questo succede quando a governare siede sciatteria ed improvvisazione.  Ora Speranza faccia subito il provvedimento nazionale riportando l'Abruzzo nella legalità in zona arancione , mettendo fine alle marsiliate".

MICHELE FINA (SEGRETARIO PD ABRUZZO): «Il presidente Marsilio raccolga l'invito del ministro Boccia e torni ad uno spirito di leale collaborazione con il Governo. Il TAR si è pronunciato e gli ha dimostrato di avere torto. Ora finiamola qua. Marsilio torni a fare il Presidente degli abruzzesi e non della Meloni. Torni a vivere, se non fisicamente, almeno con la testa ed il cuore in Abruzzo. Lo faccia per la durata dell'emergenza sanitaria, di fronte a cittadini che hanno il sacrosanto diritto ad istituzioni che collaborano ogni minuto e che non facciano tra loro polemiche sterili. Quando l'emergenza sarà finita potrà tornare allo sport dello scaricabarile con effetti meno nefasti per i nostri concittadini».

SILVIO PAOLUCCI (CAPOGRUPPO PD ABRUZZO): “Marsilio smetta di fare a braccio di ferro, è il presidente della Regione, gli abruzzesi non possono pagare il prezzo della sua propaganda. Al posto di continuare ad alimentare lo scontro istituzionale, Marsilio riparta dall'accordo che ha poi violato, affinché l’Abruzzo esca prima di Natale dalle restrizioni, facendo scattare i 14 giorni previsti della zona arancione da mercoledì 9 dicembre”.

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