ABRUZZO

Stop al fermo pesca, torna il pesce fresco a tavola

Coldiretti Impresapesca annuncia la fine del blocco che era scattato il 15 agosto: "Il consiglio è di verificare bene le informazioni in etichetta sui banchi di pescherie e supermercati"

Torna il pesce fresco a tavola lungo tutto l'Adriatico con lo stop al fermo pesca nel tratto di costa da San Benedetto a Termoli, dopo che la flotta aveva già ripreso le attività da Trieste ad Ancona e da Manfredonia a Bari. Così Coldiretti Impresapesca sottolinea la fine del blocco che era scattato il 15 agosto scorso. Restano, invece, in porto i pescherecci da Brindisi a Napoli fino a Gaeta fino al 4 ottobre. Mentre il 3 ottobre partirà il fermo da Livorno a Imperia (fino al 1° novembre).

leggi anche: E dopo lo stop per il caro-carburante arriva il fermo pesca: marinerie in porto dal 16 agosto Fino al 21 settembre il "fresco" a tavola arriva dalla piccola pesca, dall'attività di acquacultura e/o dai porti più vicini delle Marche e della Puglia. Coldiretti: "I prezzi di vendita al dettaglio sono già aumentati del 10,4% nell'ultimo mese". I consigli per scegliere a tavola

"Via libera dunque - sottolinea la Coldiretti - lungo tutta la costa adriatica a fritture e grigliate a chilometri zero. Il consiglio è quello di verificare bene le informazioni in etichetta sui banchi di pescherie e supermercati, ma per assicurare reale trasparenza occorrerebbe arrivare all'etichettatura obbligatoria dell'origine anche al ristorante".

"Resta il fatto che il fermo è caduto quest'anno in un momento difficile - denuncia Coldiretti Impresapesca - poiché il blocco dell'attività va a sommarsi al caro carburanti con il prezzo medio del gasolio per la pesca che è praticamente raddoppiato rispetto allo scorso anno costringendo i pescherecci italiani a navigare in perdita o a tagliare le uscite".

Con gli arrivi di prodotti ittici dall'estero che sono aumentati del +29% in valore nei primi sei mesi del 2022, secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat. "Ma a pesare sulla pesca nazionale sono anche - denuncia Coldiretti Impresapesca - le scelte dell'Unione Europea che hanno portato a una riduzione dell'attività di pesca per un corposo segmento produttivo della flotta peschereccia nazionale a poco più di 120 giorni, pari ad un terzo delle giornate annue, portandola di fatto sotto la soglia della sostenibilità economica".