La proposta dei tecnici è chiusa da quasi un anno nei cassetti dei partiti

Taglio stipendi, riforma in stallo

CONSIGLIO REGIONALE La mancata applicazione costa 3 milioni Il Pdl: ci muoveremo. Critiche dall’Idv

PESCARA. I mesi passano e gli stipendi corrono. Dall’agosto 2009, da quando cioè la commissione tecnica istituita dal presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano ha depositato la proposta di riforma del funzionamento del Consiglio, con relativi ritocchi alle indennità, nulla si è mosso. I capigruppo non hanno ancora affrontato l’argomento. E sono rimaste lettera morta analoghe proposte presentate dall’Italia dei Valori, dal Pd e da Rifondazione. Il mancato risparmio per l’ente, secondo la commissione Pagano, guidata dal direttore del servizio amministrativo, Paolo Costanzi, e da quello del servizio legislativo, Giovanna Colangelo, è di circa 3 milioni l’anno.

Lo stipendio dei Consiglieri regionali è dunque l’unico che in piena crisi guadagna potere d’acquisto, essendo tornato ai livelli del 2007, quando l’introduzione della addizionali Irap e Irpef per i debiti della sanità, la forte pressione dell’opinione pubblica e la campagna del Centro, indusse il Consiglio precedente a sterilizzare gli aumenti agganciati a quelli dei parlamentari e a ridurre del 10% l’ammontare degli emolumenti. Ma quel provvedimento aveva la durata della legislatura e con il nuovo consiglio tutto è tornato come prima.

Rispetto alle altre Regioni gli stipendi abruzzesi sono nella fascia media, ma non è così quando si parla di pensioni dei consiglieri, per le quali l’Abruzzo vanta il miglior rapporto percentuale rispetto all’indennità (85%).
Le principali novità della riforma studiata dai tecnici riguarda il taglio del 10% della indennità base che passa dal 65% dell’indennità del parlamentare al 55%. Il taglio al vitalizio è del 20%: dall’85% dell’indennità del consigliere regionale al 65%, con un aumento dell’età”pensionabile” che passa da 55 anni a 60 anni e con una percentuale variabile a secondo degli anni di mandato.

L’impostazione della riforma è tesa al taglio delle quote fisse e all’aumento di quelle variabili legate alla produttività.
Emiliano Di Matteo, vice capogruppo del Pdl, rassicura che il Pdl in una riunione di maggioranza fatta prima delle ultime elezioni amministrative «ha dato mandato al capogruppo Gianfranco Giuliante e al presidente, Chiodi, di affrontare l’argomento senza nessun tipo di ostruzionismo da parte nostra, ripartendo dal testo elaborato dall’Ufficio di presidenza».
Incalza la maggioranza Carlo Costantini, capogruppo dell’Idv in consiglio: «Ho presentato ufficialmente un disegno di legge pochi giorni dopo le elezioni regionali che prevede la eliminazione del vitalizio, che è un vero scandalo anche per i parlamentari, e la riduzione delle indennità di carica del 10%. Tutto questo in attuazione del programma elettorale del centrosinistra. Non solo l’ho presentato», aggiunge Costantini, «ma l’ho trasformato in emendamento in almeno 4-5 occasioni ma puntualmente è stato respinto dalla maggioranza. A questo punto, chiederò al presidente Pagano l’iscrizione all’ordine del giorno del Consiglio senza approvazione da parte della commissione, essendo scaduti i termini previsti dal regolamento».
(Ha collaborato Berardino Santilli)

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