Test di Medicina, il Tar riammette 120 studenti all'Aquila e Chieti

Sono 50 nel capoluogo e 70 alla D'Annunzio, la sentenza riguarda l’anno 2014-15. La rettrice Inverardi: il numero chiuso resta

L'AQUILA. Sono decine gli studenti delle facoltà mediche abruzzesi esclusi dal test d'ingresso per l'iscrizione all'anno accademico 2014/2015 che ora possono realizzare il loro sogno di indossare il camice bianco. Una cinquantina all'Aquila e 70 a Chieti, ai quali si devono aggiungere, però, coloro che hanno deciso di agire legalmente per conto proprio. Non un numero elevatissimo per le facoltà della nostra regione, che sono piccole (all'Aquila, ad esempio, Medicina mette a disposizione quest'anno 140 posti, qualcuno in meno rispetto all'anno scorso per la decisione del ministero dell'Istruzione di ridimensionare i posti. E si torna a parlare della fine del numero chiuso nelle facoltà di Medicina.

Già un paio di anni fa il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini paventò la possibilità di rivedere la normativa sull'ingresso programmato e il dibattito subito si accese sul modello eventualmente da adottare. Per le associazioni degli studenti non c'erano dubbi: quello francese, che non prevede il test d'ingresso al primo anno di corso come in Italia. In Francia gli studenti frequentano il primo anno comune delle professioni sanitarie e soltanto alla fine del secondo anno li aspetta il concorso a numero chiuso. Se ne torna a parlare in questi giorni, da quando cioè al mare magnum delle sentenze dei Tribunali amministrativi di tutt'Italia che rispondono ai ricorsi presentati per vari motivi dagli studenti esclusi dal test d'ingresso a Medicina, si è aggiunto quello del Tar del Lazio sul maxi ricorso presentato dall'Unione degli studenti (difesi dagli avvocati romani Michele Bonetti e Santi Delia).

Circa 8mila studenti diventano a tutti gli effetti iscritti regolarmente ai corsi di studi di Medicina. Quale sarà il loro destino, è ancora presto per saperlo, ma molto probabilmente saranno studenti a tutti gli effetti già a partire da quest'anno. Allora questo significa che è la fine del numero programmato? Non proprio. Come spiega la rettrice dell'università dell'Aquila Paola Inverardi, c'è una normativa europea che regola l'ingresso programmato nelle facoltà che poi confluiscono in concorsi nazionali: oltre a Medicina, anche Odontoiatria, Architettura, Veterinaria, solo per fare qualche esempio. Poi, per gli altri corsi, c’è da rispettare il rapporto tra risorse e docenti disponibili e il numero degli iscritti nelle varie facoltà. Le modalità per regolare l'ingresso nelle facoltà a numero programmato sono tante», dice la rettrice, «l'unica cosa certa è che non potrà essere eliminato».

Per una sentenza che fa chiarezza, però, restano decine di casi ancora da risolvere avviati anni fa e non ancora chiariti. Come quello riguardante il bando dell'ateneo aquilano (poi ritirato) che consentiva il trasferimento di persone iscritte negli atenei rumeni che poi chiedevano di essere trasferiti all'Aquila, aggirando il numero chiuso. Ci fu un contenzioso, vari filoni si sono aperti e si trascinano ancora tra le stanze del tribunale e universitarie. Anche in questo caso fu una sentenza del Tar a regolamentare la materia.

©RIPRODUZIONE RISERVATA