Stefano Trinchese, prorettore ateneo d'Annunzio

UNIVERSITA'

Trinchese: area metropolitana da Silvi a Ortona

Il prorettore interviene nel dibattito sulla Nuova Pescara e rispolvera il progetto della Prima Repubblica: dentro anche Chieti, Francavilla, Manoppello

PESCARA. «Per me, l'alternativa è quello che si voleva fare nella Prima Repubblica, dalla Dc e dal Psi: un'area metropolitana dal porto di Ortona a Silvi. Ecco, le vicende del porto dovrebbero far riflettere: a Pescara non c'è un porto, quello sta ad Ortona, che è un bacino vero e naturale. Anche chiamare porto quello di Pescara è da megalomani... Mettendoci dentro anche Francavilla e pure Chieti, che avrebbe la funzione di polo culturale. A Manoppello poi c'è già lo scalo merci. C'è insomma una piccolezza complessiva del disegno, che chiamano di "Grande Pescara" mentre invece è di una "Piccola Pescara". Ripeto il concetto: messa così è solo una media città, per farla Grande come da ambizioni avrebbero dovuto muovere le altre province, invece si può fare una Area grande». Per  Stefano Trinchese, prorettore dell'ateneo d'Annunzio con delega alle relazioni con gli enti culturali nazionali e regionali, si evidenziano «tutti i vistosi limiti culturali della classe dirigente locale: e di conseguenza l'opinione pubblica non riesce a pesare sul progetto e non le si danno gli elementi giusti per produrre dei giudizi». Lo storico quindi fa un appello generico ai dirigenti politici locali: «Pensate meno pescarese, meno commerciale pescarese: uscite dal tunnel di Corso Vittorio e della mentalità bottegaia». Il prorettore apre a una "necessità": nel dibattito sulla Nuova Pescara c'è un convitato di pietra che è tutto l'ambito culturale. «Mentre l'università D'Annunzio è ponte tra i territori, dell'impatto di questo progetto su tutto il polo culturale, musei, biblioteche, istruzione, ecc non ne parla nessuno. Quando iniziamo?».