Tumori, le arance della speranza

Musiani: contro il cancro anche la vaccinazione è una strategia efficace

PESCARA. Piero Musiani è professore di Anatomia patologica nella facoltà di Medicina dell'università D'Annunzio di Chieti-Pescara. Musiani racconta lo stato dell'arte della ricerca sui tumori che è al centro della giornata delle Arance della salute, organizzata dall'Airc domani in tutta l'Italia.

Da quasi dieci anni dirige il Cesi, Centro di Scienze dell'invecchiamento dell'UniChieti. La sua attività di ricerca è indirizzata alla morfologia e immunologia dei tumori. Quali passi sono stati fatti ad oggi?
«E' vero sono quasi dieci anni che dirigo il Cesi: un centro di ricerca, riconosciuto dal ministero come Centro di eccellenza. Tale Centro svolge studi sugli stati morbosi, tra i quali i tumori, che si associano all'età avanzata. L'incidenza dei tumori, generalmente, comincia a crescere verso i 35 anni di vita con uno sviluppo progressivo che aumenta con l'avanzare dell'età. Otto gruppi di ricerca del Cesi operano nel campo tumorale ed hanno portato un valido contributo agli studi sul cancro come si può valutare dai numerosi lavori pubblicati in riviste internazionali con elevato "Impact Factor". Questi studi hanno riguardato: 1) le cellule che iniziano la crescita e lo sviluppo tumorale (Cellule tumorali staminali o Cancer stem cells). Si è osservato che il tumore è composto da una maggioranza di cellule variamente differenziate non in grado di influire sul mantenimento della crescita neoplastica e da un piccolo subset di cellule tumorali con particolari capacità di auto mantenimento riproduttivo e resistenza ai chemioterapici. Tali cellule sarebbero le sole a giocare un ruolo determinante nella capacità di crescita invasiva e metastatica dei carcinomi. Le cellule tumorali staminali devono dunque essere il bersaglio obbligato per le nostre terapie, poiché l'eventuale eliminazione delle altre non comporta guarigione; 2) le mutazioni geniche che più frequentemente si associano ai tumori del polmone, del colon, della mammella, della tiroide e del pancreas. Si è cercato quindi di confrontare la presenza di tali mutazioni con la risposta a farmaci innovativi diretti contro bersagli molecolari specifici per ottenere una terapia mirata; 3) le cellule neoplastiche che abbandonano il tumore primario per dare metastasi cioè dare luogo a crescita tumorale in altri organi. Si è osservato che tali cellule sono molto dissimili le une dalle altre e che occorre quindi studiare le varie funzioni da esse esercitate per poterle colpire adeguatamente; 4) le terapie mirate. Con le terapie più in voga negli anni passati si sono avuti risultati molto buoni riuscendo a curare fino al 60% delle neoplasie. Il passo ulteriore è sicuramente quello di mettere a punto farmaci che specificamente possano colpire alcune peculiari funzioni delle cellule neoplastiche che risultino fondamentali nei processi di crescita e di metastatizzazione».

Sempre pensando alla sua attività al Cesi, ma si può vaccinare contro il cancro?
«Il nostro gruppo ritiene che la vaccinazione contro i tumori possa essere una strategia efficace. Abbiamo potuto dimostrare che contro i tumori si può evocare, tramite la vaccinazione, una risposta immune in grado di contrastare la crescita di tumori. Ciò è valido solo solo per i tumori nelle fasi iniziali, quando il numero di cellule neoplastiche non è eccessivo. Crediamo che tale forma di terapia possa essere efficace nel guarire da quella che viene chiamata la malattia residua. Solitamente un tumore viene trattato con terapia chirurgica o con chemioterapici in grado di eradicare la maggior parte delle cellule neoplastiche. Generalmente, purtroppo, sopravvivono a tali trattamenti cellule neoplastiche disseminate nella linfa, nel sangue, in altri organi in grado di dare metastasi. Questa è la malattia residua che si pensa possa venire sgominata da una specifica vaccinazione».

Dal 2007 fa parte del Comitato tecnico scientifico dell'Airc. Quanto è importante la prevenzione e soprattutto una corretta informazione sulle patologie tumorali e la loro causa?
«Ogni tipo di informazione che riguardi i tumori è estremamente importante. Tale informazione deve però avere basi scientifiche solide. Occorre basarsi su evidenze scientifiche e non su ipotesi immaginifiche, molto frequentemente basate su dati miracolistici. A proposito di informazione bisogna rendersi conto che la maggior parte delle persone consulta internet, che è in grado di dare ogni tipo di informazione appropriata. Le informazioni desunte da internet, tuttavia, in mano ad un non specialista possono arrecare danni notevoli. Infine tutti i ricercatori che svolgono studi sul cancro ritengono la prevenzione un sussidio importantissimo».

Corretta alimentazione e sano stile di vita possono essere sinonimo di buono stato di salute?
«Un corretto stile di vita associata a moderato esercizio fisico ed una dieta sana hanno sicuramente una dimostrata efficacia sulla performance della persona ma anche sulle malattie cardiovascolari e sul cancro. A tal proposito vorrei ancora una volta sottolineare la sicura associazione tra fumo di sigaretta e cancro e quindi vorrei suggerire alle nuove generazioni di non fumare. La scritta sui pacchetti "il fumo è veleno" è la pura verità».

Qual è l'incidenza dei tumori in Abruzzo, quali sono le principali forme e quali le fasce d'età più a rischio?
«Come noto, la nostra regione non dispone di un registro tumori, strumento epidemiologico indispensabile per ottenere dati sulla incidenza, prevalenza, mortalità e sui trend temporali delle neoplasie. Tuttavia, dal 2005, grazie ad un progetto finanziato dalla Fondazione CariChieti, è stato istituito il registro tumori della provincia di Chieti. A partire dal 2008, il registro include anche i dati relativi alla provincia dell'Aquila. I dati a nostra disposizione dimostrano che l'incidenza delle malattie tumorali nelle aree coperte dal registro, nel sesso maschile (circa. 420/100.000 abitanti) non si discosta sostanzialmente da quella relativa all'intero territorio nazionale, mentre è leggermente più bassa nel sesso femminile (circa 350/100.000 abitanti). Come nel resto del Paese, le neoplasie più frequenti sono rappresentate dal carcinoma del colon-retto, della prostata e del polmone per il sesso maschile, dal carcinoma della mammella e del colon-retto per il sesso femminile. Come si è detto prima, ad essere interessate sono prevalentemente le classi d'età che vanno dai 65 agli 80 anni».

Sabato l'Airc sarà in tutte le piazze italiane con le arance della salute. Perché dare il proprio contributo alla ricerca?
«L'Airc, come ho detto, finanzia il 60% della ricerca oncologica che si svolge in Italia. I finanziamenti vengono attribuiti a progetti di eccellenza selezionati da esperti internazionali. Faccio parte del Comitato tecnico scientifico dell'Airc e ne sono estremamente fiero poiché ho potuto constatare l'assoluta trasparenza e pulizia nell'assegnazione dei fondi. Occorre finanziare l'Airc perché vogliamo debellare quel 40% di cancri che ancora non riusciamo a curare e che incidono ancora sulla popolazione creando dolori alle volte non superabili. Mi ero dimenticato che, finanziato dall'Airc, al Cesi è stato effettuato uno studio che ha messo in evidenza che l'estratto di pomodoro è in grado di ritardare lo sviluppo del tumore della prostata in topi obbligati geneticamente ad esserne affetti. Mi piace ricordare che le arance tra i vari nutraceutici contengono anche elevate quantità di antocianidi, che oltre ad azione anti-ossidante eserciterebbero, secondo vari studi internazionali, anche attività anti-tumorali».

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