Un abruzzese su quattro non paga il canone Rai

L’evasione media è del 27%, ma ci sono casi, soprattutto in piccoli comuni, dove si toccano percentuali di infedeltà fiscale tra il 70 e l’80%

PESCARA. Gennaio è il mese del canone televisivo, e nessuno può sfuggire, accendendo l’apparecchio, al richiamo insistito dell’azienda pubblica, che ricorda ai suoi abbonati l’annuale versamento. Richiamo insistente e giustificato, perché il canone televisivo è forse la tassa più evasa dagli italiani e, secondo una ricerca di Contribuenti.it è anche la più odiata. Più delle accise su benzina e gasolio, più dell’Iva, più dell’Imu/Tasi/Tari, più dei ticket sanitari e dell’Irpef.

Secondo gli ultimi dati riferiti al 2013, solo il 74% delle famiglie paga il canone. L’evasione dunque si assesta sul 26% con punte alte nel meridione e isole di virtuosità al Nord. Un dato di infedeltà fiscale che impallidisce di fronte a quelli europei: il 5% di evasione del Regno Unito, e l'1% di Francia e Germania, a fronte di canoni più alti (131 euro in Francia, 174,5 nel Regno Unito e 215,7 in Germania).

In Abruzzo le cose non vanno diversamente. L’evasione media è di circa il 27 per cento, con una punta del 34% in provincia dell’Aquila. La più virtuosa è la provincia di Chieti dove paga il canone il 77,70% delle famiglie, segue Pescara con il 77,49%, quindi Teramo con il 73,38% e L’Aquila con il 66,06.

Tra le cause dell’evasione indicate dai cittadini, secondo uno studio commissionato dall’Associazione contribuenti italiani, ci sono l'eccessiva presenza dei partiti in Rai e la qualità sempre più bassa del servizio pubblico. Ma c’è dell’altro: il canone è percepito come un abbonamento, e non come una tassa. Per questo si tende a non considerarlo obbligatorio, e in tempo di crisi ciò che non è obbligatorio si taglia.

Tornando in Abruzzo, i dati dell’evasione si scostano molto dalla media nei piccoli e piccolissimi centri, dove è forte l’emigrazione e la presenza di seconde case. Per esempio a Monteferrante paga solo il 48,10% delle famiglie, ad Alfedena il 45,41%, a Barete il 46,40%, a Calascio il 39,24%, a Castel del Monte si scende al 37,78% di paganti, a Rocca di Botte si tocca il 31,49% e a Rocca di Cambio si precipita al 25,97%. Tra i comuni virtuosi troviamo Bucchianico dove paga il canone l’87,10% delle famiglie con percentuali quasi nordiche; a Casalbordino si sfiora l’89%, ma a Santa Maria Imbaro si rischia il record nazionale della fedeltà Rai con il 97,50% delle famiglie paganti e un’evasione da lander tedesco, appena il 2,5%.

Per ovviare al problema è risaputo che il governo aveva proposto di inserire il canone nella bolletta elettrica abbassando l’importo tra i 60 e gli 80 euro in base alle fasce di reddito. La cosa è stata però messa da parte. Ma sicuramente Renzi tornerà alla carica nel 2016.

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