Villa Pini, Chiodi blocca i ricoveri

La Regione revoca la convenzione, malati trasferiti in altre strutture

PESCARA. Da ieri per il Gruppo sanitario Villa Pini è iniziata la sospensione degli accreditamenti. Le strutture sanitarie della famiglia Angelini non potranno più fare ricoveri. Il presidente della Regione, Gianni Chiodi ha firmato i provvedimenti che sospende i ricoveri a quattro cliniche: la Santa Maria di Avezzano; Villa Pini e il centro di riabilitazione psicomotoria “Maristella” entrambe a Chieti e il centro residenziale per disabili “La Cicala” di Atessa.

La sospensione è scattata per effetto della recente legge regionale varata a dicembre dalla giunta di centrodestra che prevede un iter abbastanza lungo ma implacabile per quelle imprese che non rispettano le nuove regole stabilite dal Consiglio regionale, ad iniziare, dal pagamento degli stipendi ai dipendenti.

Nel caso di Villa Pini il blocco dei salari si protrae da nove mesi e fine dicembre la giunta aveva diffidato la proprietà a trovare una soluzione. Così non è stato e dalla diffida si è passati alla sospensione degli accreditamenti, questo significa che le quattro cliniche indicate da Chiodi non possono erogare prestazioni per conto del servizio sanitario, ad «eccezione di quelle relative ai pazienti già ricoverati», che però devono essere trasferiti in altre strutture sanitarie pubblica o private accreditate.

Venerdì inoltre è atteso in Abruzzo Ignazio Marino, presidente della Commisione d’inchiesta del Senato sul funzionamento della sanità che verrà a verificare se sono stati trasferiti i circa 180 pazienti ricoverati nelle strutture per riabilitazione psichiatrica: la ex Paolucci e le Villette; di proprietà della famiglia Angelini.

Marino parteciperà anche ad un assemblea organizzata dalla Cgil nel palazzo della Provincia con i lavoratori di Villa Pini. La Commissione nello scorso luglio fece un blitz riscontrando due gravi carenze: le camere sudicie e il fatto che molti dei pazienti non avevano disturbi pschiatrici ma, semplicemente, erano persone anziane che, come denunciò la commissione, «paiono abbandonate a se stesse».

La commissione a Roma ascoltò tutti i protagonisti della vicenda: dall’imprenditore Vincenzo Angelini, al presidente Chiodi all’assessore Venturoni, i sindacati e i lavoratori. I senatori acquisirono anche le carte dell’indagine di Sanitopoli. L’intero lavoro della commisssione si concluderà con un documento che sarà presentato all’Aula palazzo Madama.

Sul fronte giudiziario ci sono le reazioni alla notizia del passaggio di una parte dell’inchiesta sul Gruppo Angelini dalla procura di Pescara a quella di Chieti e che vede Vincenzo Angelini indagato di bancarotta fraudolenta per distrazione. Oltre 100 milioni di euro, si calcola sono spariti dalle casse delle cliniche da lui gestite.

La scomparsa di questa cifra secondo il Partito democratico e i sindacati avrebbe procurato la crisi finanziaria del gruppo con effetti devastanti sui dipendenti che da nove mesi sono senza stipendio. Sui movimenti finanziari di Angelini, la parola ora passa alla procuratore Pietro Mennini.

Sul fronte politico la notizia di Angelini indagato per bancarotta viene commentata dal segretario del Pd, Silvio Paolucci. «L’indagine di Chieti dimostra che i nostri dubbi erano fondati», scrive Paolucci, «le nostre domande sulla distrazione di fondi aziendali da parte di Angelini oggi emergono con più forza perché siamo nel mezzo di un pasticcio politico enorme con una Regione immobile e 1.600 famiglie ormai sul lastrico».

«Avevamo presentato in Consiglio regionale», dice Paolucci, «una proposta che legava il posto di lavoro al servizio erogato, e non alla proprietà della clinica: una proposta frutto di uno studio approfondito, tecnicamente applicabile, anche perché nella sanità abruzzese c’é una carenza drammatica di organico. Ma al centrodestra mancano volontà e capacità politica: la giunta Chiodi ha bruciato un anno di mandato. C’é da chiedersi a che punto arriveranno i danni di questa giunta alla società abruzzese. Ma noi non ci fermiamo: si riprenda la nostra proposta per salvare i posti di lavoro evitando l’aggravarsi di un dramma sociale».