Villa Pini, i medici accusano

«La Regione ci prende in giro». In arrivo una class action

CHIETI. «Vogliamo una risposta chiara dal presidente Chiodi e dall’assessore Venturoni. Non vogliamo essere più presi in giro». Questa volta, a non voler spegnere l’attenzione sul caso della Villa Pini sono i medici che si sono dati appuntamento, ieri nel Gran Albergo d’Abruzzo di Chieti, per mostrare agli abruzzesi la situazione e i numeri (si veda la tabella a fianco) della clinica privata teatina attualmente sottoposta a curatela fallimentare, i cui 1.600 dipendenti non percepiscono lo stipendio da 37 giorni.

La voce dei medici di Villa Pini, ascoltata ieri a Chieti, è unitaria ed è rivolta, soprattutto, alla giunta regionale. «Vogliamo», hanno detto, «che venga rimossa al più presto la sospensione dell’accreditamento per ripartire immediatamente con le nostre attività. Di mezzo non ci sono solo gli stipendi, bloccati da oltre un anno, ma anche l’erogazione dei servizi e dei farmaci».
I familiari dei pazienti, compresi quelli psichiatrici, che si sono costituiti in assiociazione, potrebbero arrivare a promuovere una class action nei confronti della Regione per chiedere i danni causati dalla revoca degli accreditamenti.

La situazione, secondo i medici, è grave. A dirlo sono i numeri che essi hanno portato. Se i ricoveri nella casa di cura Villa Pini nel 2007 erano 19.066 (di cui il 37 per cento arrivavano da altre regioni d’Italia e il rimanente 63 per cento da tutta la regione), nel 2009 la potenzialità di assistenza medica si è abbassata notevolmente.

Infatti i ricoveri nell’ultimo anno sono stati 4.414, di cui solo il 25 per cento proveniva dalle altre regioni italiane, lasciando così, sempre secondo i medici di Villa Pini, una gran fetta di ricoveri ad altre cliniche private locali, di fuori regione, e congestionando il settore pubblico sempre a danno delle fascie più deboli.

Fra il centinaio di medici presenti all’incontro di ieri, c’è chi ha sottolineato come le prestazioni erogate da Villa Pini, in convenzione col Servizio sanitario nazionale, presentino delle tariffe inferiori a quelle delle strutture pubbliche «grazie a profesionalità e tecnologia avanzata».
L’Abruzzo, nel 2005, hanno sostenuto i medici, era la seconda regione, dopo la Lombardia, per attrattiva del paziente e Villa Pini riusciva a fare quello che l’Abruzzo non riusciva a fare. La lista degli interventi è lunga, secondo Nicola Di Bartolomeo, responsabile della chirurgia.

I medici hanno, poi, evidenziato che nel Centro di riabilitazione ad alta intensità sono ancora ricoverati pazienti in gravi condizioni non facilmente collocabili altrove, mentre il Cup di Villa Pini continua ad essere preso d’assalto per le prenotazioni.
«Nel centro di riabilitazione ad alta intensità», ha spiegato la responsabile della riabilitazione, Rosella Lardani, «sono tuttora ricoverati pazienti in grave condizioni, come cerebrolesi, in coma, tracheostomizzati e collegati al ventilatore, non facilmente collacabili altrove per la necessità di far coincidere logistica, professionalità e attrezzature come invece accade a Villa Pini».

«Il nostro auspicio», ha concluso il responsabile della psico-riabilitazione, Luigi D’Alonzo, «è che il paziente venga riproposto al centro dell’attenzione e venga servito in maniera consona».

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