Villa Pini

Villa Pini, i sindacati si appellano a Trifuoggi

Lettera al procuratore per sbloccare il dramma dei dipendenti da 265 giorni senza stipendio. Cisl e Cgil: "La procura ci ascolti"

PESCARA. «Gentile signor procuratore, la situazione assistenziale e delle condizioni di lavoro delle strutture sanitarie del Gruppo Villa Pini si aggrava di giorno in giorno. I lavoratori, senza stipendio oramai da otto mesi, sono allo stremo delle forze psico-fisiche».

Inizia così la lettera che la Cgil e la Cisl Abruzzo, firmata dai dirigenti sindacali Angela Scottu, Carmine Ranieri, Maurizio Spina e Vincenzo Traniello hanno inviata alla procura di pescara ed indirizzata al procuratore genrale Nicola Trifuoggi. I sindacati ricordano «le precarie condizioni materiali di vita, ma anche per la negazione della stessa dignità del lavoro», dei 1600 dipendenti Villa Pini senza stipendio da 8 mesi. I sindacati indicano le responsabilità del Gruppo sanitario teatino della famiglia Angelini. «I controlli ispettivi delle Asl hanno evidenziato il mancato rispetto delle norme che disciplinano il rapporto tra servizio sanitario regionale e strutture sanitarie private, provvisoriamente accreditate. L’indagine della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle strutture di riabilitazione psichiatrica ha riscontrato non solo la violazione della legge 180/78 di riforma dell’assistenza psichiatrica, ma condizioni igienico-sanitarie indegne di un Paese civile». Il sindaco del Comune di Chieti, Francesco Ricci, raccontano i sindacati, in qualità di autorità sanitaria, ha ordinato la chiusura delle strutture oggetto d’indagine ed ha interdetto la proprietà del Gruppo Villa Pini dallo svolgere attività sanitaria in materia di salute mentale per cinque anni.

«Il presidente della giunta regionale Gianni Chiodi», ricordano Cgil e Cisl, «ha firmato, recentemente, l’atto di diffida alla proprietà per il mancato pagamento delle retribuzioni e degli oneri contributivi per i lavoratori dipendenti; atto che prelude, in caso di mancata regolarizzazione, alla sospensione automatica degli accreditamenti delle varie società del Gruppo con il servizio sanitario regionale».

«Da questa breve premessa e dalle ulteriori informazioni che gradiremmo fornirle», si augurano i sindacati, «in una audizione che richiediamo formalmente ci auguriamo vorrà accordarci, si può evincere lo stato di grande incertezza e precarietà che grava sulle condizioni di assistenza e di lavoro. E ciò, a nostro avviso, anche per l’inaffidabilità della controparte».