PENSIONI D'ORO

Vitalizio, la Corte dei conti dice no ad Amicone

Bocciato il ricorso dell’ex direttore dell'Arta e già consigliere regionale per effetto delle legge Acerbo

L'AQUILA. L'ex direttore dell'Agenzia regionale per la tutela ambientale (Arta), Mario Amicone, non ha diritto a percepire il vitalizio da ex consigliere regionale relativamente al periodo tra luglio 2014 e gennaio 2016, negatogli per effetto della legge approvata dell'ex consigliere di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo. La legge impedisce il cumulo del vitalizio con indennità derivanti da incarichi in enti regionali.

Lo ha deciso la Corte dei conti, competente anche in materie pensionistiche, che ha respinto il ricorso dell'ex direttore Arta, ora pensionato, in passato consigliere e assessore regionale nell'Unione di centro.

La magistratura contabile fa riferimento a una sentenza precedente che aveva dato ragione ad Amicone. I giudici rilevano che «fatti salvi i rapporti esauriti e i diritti acquisiti, la disciplina relativa all'assegno vitalizio e di reversibilità entra in vigore a decorrere dalla legislatura successiva». Infatti, con la nuova legislatura la legge Acerbo è stata applicata all'incarico confermato all'agenzia ambientale e il vitalizio gli è stato tolto. E non vale l'argomento difensivo di Amicone secondo cui il nuovo incarico era, in realtà, una prosecuzione di quello vecchio, e che dunque non poteva essere revocato in base al principio del diritto acquisito.

Ora che da gennaio è andato in pensione e non è più direttore Arta, potrà percepire legittimamente il suo assegno vitalizio. La Regione Abruzzo però risparmierà un esborso considerevole per versargli gli arretrati, superiori ai 100 mila euro. «Ho fatto risparmiare un po' di soldi alla Regione», commenta ironicamente Acerbo dopo aver appreso «con soddisfazione che sarebbe stata confermata la legittimità della legge che avevo fatto approvare nel 2011 respingendo le richieste dell'ex-direttore dell'Arta».

L’ex consigliere di Rc ricorda che propose quella legge non contro Amicone ma perché riteneva indecente che in Abruzzo gli ex-consiglieri regionali potessero cumulare al vitalizio anche le indennità relative a nuovi incarichi derivanti da nomina politica.

«Grazie alla mia norma la Regione risparmierà un po' di denaro pubblico che spero venga destinato al fondo per i progetti di “vita indipendente” che purtroppo continuano a essere non adeguatamente finanziati».

Acerbo sostiene che da ex-consigliere nella precedente legislatura riuscì a far approvare «molte norme innovative e misure di taglio dei costi della politica». «In questa invece». continua, «si registra una generale mancanza di iniziativa legislativa riformatrice. In particolare le promesse da parte di D'Alfonso di tagliare super-retribuzioni di consiglieri e assessori e naturalmente la sua sono state completamente disattese».