Kushila Stein, la turista neozelandese salvata nel mar Egeo

TURNO DI NOTTE

Se un lecca-lecca può salvarci la vita

Siamo circondati di oggetti banali che, di colpo, possono trasformarsi in tesori dai quali dipende la nostra vita. Dedichiamo loro un’attenzione distratta finché non cambiano aspetto ai nostri occhi, se abbiamo la fortuna di sopravvivere, grazie a loro, a un’improvvisa sventura. Un lecca-lecca, per esempio. Per il quale è fin troppo facile richiamare ciò che Gertrude Stein diceva della rosa («Una rosa è una rosa è una rosa»). È grazie ad alcuni lecca-lecca, infatti, che Kushila Stein (che coincidenze lessicali riserva a volte il destino), una turista neozelandese di 45 anni, è stata salvata nel Mar Egeo vicino a Creta. «La donna», racconta l’Huffington Post, «si trovava a bordo di un gommone gonfiabile ed è riuscita a sopravvivere per circa 37 ore mangiando unicamente lecca-lecca». Kushila si è avvolta in buste di plastica per tenersi al caldo e ne ha infilata una sulla testa usando uno specchio per attirare l’attenzione dei soccorsi. Le operazioni di salvataggio hanno coinvolto sei imbarcazioni, un elicottero e un drone. Alla fine, Kushila ce l’ha fatta, anche grazie ai suoi lecca-lecca. Nella prima telefonata alla madre in Nuova Zelanda ha detto: «Ho ancora un lecca-lecca con me». Lo conserverà in ricordo della sua nuova vita, forse. E, con esso, la scoperta che la vita può essere legata con un esile filo al più modesto degli oggetti che la popolano.
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