L’Ordine dei giornalisti del Lazio sanziona Molinari per le sue frasi contro Albanese

30 Settembre 2025

L’organo ha diposto un provvedimento di censura nei confronti dell’ex direttore di Repubblica per alcune dichiarazioni rilasciate lo scorso luglio su Rai News 24

“Presunte violazioni della deontologia professionale e diffusione di accuse infondate”. Sono queste le motivazioni che hanno indotto il consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti del Lazio a sanzionare Maurizio Molinari con un provvedimento di censura. La destinataria di queste accuse è la relatrice speciale dei territori palestinesi occupati Francesca Albanese. I fatti risalgono allo scorso luglio, quando Molinari ha partecipato alla rassegna stampa di Rai News 24. A dare l’anticipazione della notizia è stato il sito Profession Reporter. Alla pubblicazione ha immediatamente risposto l’avvocato difensore di Molinari, Maurizio Martinetti. Il legale ha annunciato che il suo assistito presenterà ricorso e ha sottolineato soprattutto il carattere “non definitivo” del provvedimento disciplinare e che quindi “non è mai stato pubblicato né reso accessibile”. Insomma, una fuga di notizie che non ci sarebbe dovuta essere. E che invece c’è stata, senza successive smentite.

Ma quali sono le frasi della discordia? Il consiglio di disciplina dell’Ordine laziale avrebbe deciso una censura, sanzione di secondo grado prevista dalla legge sull’Ordine professionale (il primo è l’avvertimento, il terzo la sospensione, il quarto la radiazione), per presunte violazioni della deontologia professionale e diffusione di accuse infondate contro Albanese. E anche pesanti, come quella di ricevere “presunti finanziamenti ricevuti da Hamas” e di avere “titoli professionali ed accademici falsi”.

Esattamente l’opposto di quanto contenuto nelle segnalazioni arrivate all’organo, dove viene sottolineato che “sia il portavoce di Guterres, sia l’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Turk, sia il Presidente del Consiglio dei diritti umani, abbiano difeso le funzioni svolte dalla Relatrice speciale”, ricostruisce il sito, “respingendo la decisione americana di sanzionarla. E come si sia mossa anche l’Unione Europea, a difesa delle funzioni svolte da Albanese”. Davanti al Consiglio ha citato le fonti da cui aveva attinto le sue informazioni, ma non ha convinto la maggioranza dei membri. Ora sarà il ricorso a mettere la parola fine sulla vicenda.