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1 marzo

Oggi, ma nel 1915, tra Sinnai, in provincia di Cagliari e Tempio Pausania, in quel di Sassari, venivano riuniti il 151° reggimento fanteria e il 152°, per formare il nucleo embrionale di quella che passerà alla storia militare tricolore come la brigata meccanizzata Sassari, prima formazione dell'esercito italiano composta interamente da sardi, sia per la truppa che per i sottufficiali che per gli ufficiali.

Quelli che verranno soprannominati "dimonios" (nella foto il generale Carlo Sanna, di Cagliari, del 1859, "babbu mannu" della brigata, mentre dava istruzioni ad un reparto di sassarini durante la grande guerra. Sanna verrà parzialmente rimosso nella memoria delle forze armate per essersi, tra l'1 Febbraio 1927 e il 17 luglio 1928, data della morte, macchiato del ruolo di primo presidente fascista del Tribunale speciale per la difesa dello Stato), per la loro tenacia e rocciosità nei teatri di guerra, erano nati da esigenze di spirito di gruppo regionale. Ossia dalla pionieristica intuizione - in seguito ad una rivolta come reazione all'atteggiamento discriminatorio nei confronti dei nativi della Sardegna da parte degli altri commilitoni provenienti dalla zona continentale della nazione - dell'artigliere isolano Andrea Lostia, di Orotelli, in provincia di Nuoro, del 1894, di stanza, nei primi due mesi del 1915, nella fortezza da Costa di Genova. Primo comandante della brigata Sassari sarà, dal 24 maggio 1915 al 20 luglio dello stesso anno, il generale Luigi Calderari.

Prenderà il suo posto, il 21 luglio '15 e fino al 15 dicembre 1915, giorno della dipartita terrena, il generale Gabriele Berardi, al quale, dal 1923, verrà intitolata la caserma di fanteria di Colle Minerva a Chieti, i cui lavori di costruzione erano cominciati proprio nel 1915. Non il battesimo del fuoco, ma la prima vera azione eroica della brigata Sassari, necessariamente inserita nel contesto del primo conflitto mondiale, sarà del 24 luglio 1915, a Bosco Cappuccio, nella offensiva contro l'Austria della cosiddetta quarta battaglia del fiume Isonzo. L'evento verrà menzionato ufficialmente nel bollettino del comando supremo del regio esercito italiano.