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10 Febbraio

Oggi, ma nel 1960, a Ivrea, all'imprenditore Adriano Olivetti arrivava l'ultima lettera da Parigi dell'architetto e urbanista svizzero Le Corbusier. Diciassette giorni dopo, il 27 febbraio, Olivetti morirà per emorragia cerebrale sul treno Milano-Losanna, all'altezza di Aigle in Svizzera. La corrispondenza era iniziata il 7 febbraio dell'anno prima e riguardava il progetto di collaborazione per la creazione, alle porte di Rho, lungo la strada Milano-Torino, di un innovativo centro produzione e residenziale per i dipendenti della storica società di macchine da scrivere. Usine verte (nella foto, il plastico del progetto) sarebbe dovuto essere il nome, la fabbrica verde, rispettosa del rapporto uomo-natura, contrapposta alla solita e alienante fabbrica nera. Olivetti stava coinvolgendo Le Corbusier nella ridefinizione del piano urbanistico della Valle d'Aosta: essendo Ivrea stata ricompresa in quello. I due s'erano conosciuti per il tramite del pittore fiorentino Aldo Magnelli che risiedeva nella capitale francese e che aveva il fratello a Ivrea. Corbu era anche stato un'intera giornata a Ivrea per studiare meglio il da farsi. Dopo la prematura scomparsa di Olivetti la sinergia con Le Corbusier verrà portata avanti dal figlio dell'industriale, Roberto, ma Usine verte rimarrà solo un avveniristico progetto. Le Corbusier morirà a Roccabruna, in Francia, il 27 agosto 1965.