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10 febbraio

Oggi, ma nel 1978, a Prato, Elfino Mortati, di 18 anni, leader locale dell'Autonomia operaia, organizzazione terroristica della sinistra extraparlamentare, durante un esproprio proletario, uccideva, con un colpo di pistola calibro 7,65 al petto sparato da distanza ravvicinata, nel suo studio, il notaio Gianfranco Spighi, di 57, a Palazzo Fiorelli (lo stabile nella foto principale, in piccolo invece sono indicati: in alto il killer e in basso la vittima), tra via del Ceppo vecchio e via Frascati.

Nell'ufficio erano presenti gli impiegati Giuseppe Gigli, Gherardo Caramelli, Pietro Raddi, la segretaria Gina Cavalenza, il geometra Piero Serafini. Inizialmente Spighi aveva creduto si trattasse di uno scherzo e aveva scacciato dalla stanza Mortati che invece aveva promesso di far fuoco. L'agguato mortale veniva messo a segno con la complicità di altri due estremisti rossi rimasti a far da palo, che non verranno identificati.

Il colpo, che avrà notevole risalto mediatico per la notorietà di Spighi in tutta la Toscana, verrà rivendicato dalla sedicente "Lotta armata per il comunismo", di fatto in quel periodo non presente nella scena della lotta politica antagonista della zona. Il killer sconterà 16 anni in carcere, durante i quali si convertirà alla religione cattolica e conseguirà anche la laurea in teologia. La vedova del professionista, Laura Sandri, il 6 febbraio 1980, a Firenze, in casa sua, si suiciderà sparandosi un colpo di pistola per non essere riuscita, a distanza di due anni, a superare il dolore per la perdita del marito.