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10 Gennaio

Oggi, ma nel 1979, a Roma, davanti alla sede della Democrazia cristiana di Centocelle, dove era in corso la manifestazione, non autorizzata dalla questura, per commemorare il primo anniversario dell'agguato avvenuto davanti alla sezione del Movimento sociale italiano di Acca Larentia, il 7 gennaio 1978, costato la vita a Franco Bigonzetti, di 19 anni, Francesco Ciavatta, di 18, e Stefano Recchioni, di 20, i primi due del Fronte della gioventù e il terzo di Destra sociale, promossa da militanti del Fronte e del Msi, l'agente della Digos Alessio Speranza uccideva, con un colpo della pistola d'ordinanza, sparato alla testa, Alberto Giaquinto, esponente del Fdg, di 17 anni, studente del terzo anno di liceo scientifico Giuseppe Peano, disarmato, mentre tentava di scappare. Il poliziotto verrà condannato _ dopo un tortuoso iter per appurarne l'identità, promosso e finanziato dal padre della vittima, il farmacista Teodoro Giaquinto, simpatizzante missino, che si rivolse a un investigatore privato _ a sei mesi di carcere per "eccesso colposo di legittima difesa", in Cassazione, con sentenza definitiva, il 17 aprile 1988. Lo Stato verserà anche un risarcimento alla famiglia Giaquinto, che verrà utilizzato per realizzare la tomba del ragazzo. Nello stesso giorno, davanti al bar Urbano, di Largo Talenti, sempre nella Capitale, un gruppo di fuoco dei compagni organizzati per il comunismo, assassinavano, a colpi di pistola calibro 9 e 7,65 esplosi nel mucchio dei giovani neofascisti che fermi davanti al caffè, Stefano Cecchetti (nella foto, a destra; a sinistra, Giaquinto), rappresentante del Fronte della gioventù, di 17 anni, iscritto al terzo anno del liceo scientifico statale Nomentano. Nella sparatoria venivano feriti anche altri due giovani di destra: Alessandro Donatone e Maurizio Battaglia, che sopravviveranno. I responsabili dell'assalto armato, costato la vita a Cecchetti, non verranno mai individuati e l'omicidio rimarrà senza un colpevole assicurato alla giustizia.

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