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10 giugno

Oggi, ma nel 1934, a Roma, allo stadio del Partito nazionale fascista, davanti a 55mila spettatori, la nazionale italiana di calcio, allenata da Vittorio Pozzo (nella foto portato in trionfo dagli azzurri sotto la bandiera tricolore con lo stemma sabaudo), vinceva il suo primo titolo mondiale. Il risultato arrivava battendo, nel primo tempo supplementare, 2-1, la Cecoslovacchia del commissario tecnico Kael Petru. Davanti all'arbitro svedese Ivan Eklind le reti erano di Raimundo "Mumo" Orsi, italo-argentino della Juventus, Angelo Schiavio del Bologna e Antonin Pluc della Slavia Praga. Nel quadro di quel trionfo si consumerà anche il dramma dell'abruzzese Mario Pizziolo. Classe 1909 da Castellammare adriatico, mediano della Fiorentina, era partito titolare col favore di Pozzo, ma si era rotto i legamenti del ginocchio sinistro nella gara dei quarti di finale disputata, in doppia ripresa per la mancanza da regolamento dei calci di rigore, a Firenze, nello stadio comunale Giovanni Berta, il 31 maggio (1-1 e per questo rigiocata) e l'1 giugno (1-0 per l'Italia). Pizziolo era stato per questo infortunio sostituto da Attilio Ferraris della Roma e non avrà la medaglia conferita dal Pnf ai neocampioni del mondo che spetterà per decisione dei gerarchi solo ai titolari. La Federazione calcio riuscirà a riparare l'affronto solo 54 anni dopo, nel 1988, due anni prima della morte di Pizziolo. Quest'ultimo, nel 1937, in chiusura di carriera, tornerà a giocare a Pescara nella omonima squadra fondata l'anno precedente e dal 1939 allenerà i biancazzurri e sarà anche il mister in grado di conseguire la prima promozione in serie B nella stagione 1940-1941.