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10 GIUGNO

Oggi, ma nel 1871, a Vicenza, a ridosso del santuario mariano di Monte Berico, veniva inaugurato il monumento ai caduti della battaglia omonima, del 10 giugno 1848, realizzato dal milanese Antonio Tantardini. La sfida armata, decisiva per la sorte di Vicenza, era stata combattuta dalle ex truppe dell’esercito pontificio, poi confluite nella veneziana Repubblica di San Marco, giunte in sostegno dei volontari locali, contro le forze d'occupazione austriache, che però avevano avuto la meglio.

Anche per via della schiacciante superiorità numerica. Gli insorti, che erano 7mila, erano stati coordinati dai colonnelli Enrico Cialdini e Massimo D’Azeglio, che erano figure di primo piano della scena politico-militare nazionale, e comandati dal generale Giovanni Durando, già capo dell’esercito dello Stato della Chiesa di Pio IX, che contava su 4mila soldati. Quindi complessivamente gli italiani schierati erano stati 11mila. Gli austriaci scesi in campo a difendere le proprie prerogative, invece, erano stati 30mila, al comando del feldmaresciallo Josef Radetsky. Alla fine erano stati 293 i morti italiani e 1.665 i feriti. Contro i 141 deceduti austriaci, con 541 feriti e 140 dispersi. Vicenza era stata liberata definitivamente dalla presenza austriaca il 7 agosto 1866.

Nel 1862, in occasione dell’ultima visita a Vicenza dell’imperatore Francesco Giuseppe, era stato battezzato il sacrario eretto a memoria delle vittime delle guarnigioni asburgiche perite il 10 giugno 1848 nella seconda battaglia di Vicenza della prima guerra d’indipendenza nazionale. In realtà quello chiamato Monte Berico rappresentava un’altura di 100 metri sul livello del mare, posta in una delle zone più signorili di Vicenza. La presenza di entrambe le opere d'arte commemorative (nella foto, particolare, in primo piano, sulla sinistra, la stele austriaca, e in fondo quella italiana, da cartolina d'epoca), rappresenterà una singolarità di non poco conto nella storia risorgimentale del Belpaese.

Quell’area diverrà ancor più caratteristica quando, il 24 settembre 1924, Benito Mussolini presenzierà al taglio del nastro del Piazzale della Vittoria, chiamato così per celebrare la vittoriosa conclusione del primo conflitto mondiale, che conferirà ancor più solennità all’edificio religioso. Luogo di culto edificato nel 1428, e dedicato alla Madonna di Monte Berico, ovvero “Sancta Maria de gratia”, patrona della città.