#TODAY

10 Novembre

Oggi, ma nel 1992, a Gela, in provincia di Caltanissetta, Maurizio Campanotta ed E.M, di 16 anni, su mandato del reggente locale della Stidda, Orazio Paolello, uccidevano con cinque colpi di pistola sparati alla schiena Gaetano Giordano, imprenditore di 55 anni, titolare di tre profumerie, che si era rifiutato di pagare il pizzo. Nell'agguato mafioso, eseguito a bordo di una Vespa Piaggio, veniva anche ferito il figlio del commerciante, Massimo (nella foto, alla destra del padre, in una delle profumerie), che era alla guida della Fiat Panda di proprietà della vittima. Giordano, nel 1989, aveva denunciato il malavitoso Ivano Rapisarda, detto Ivano pistola, poi arrestato dai carabinieri, che aveva chiesto 5 milioni di lire per garantire la protezione alle attività di rivendita di cosmetici e profumi. Il riferimento di Gaetano Giordano era stato estratto a sorte, dalla cupola di Gela, in una rosa di nominativi di negozianti da punire perché non più disposti a sborsare l'obolo. L'omicidio del profumiere _ al quale, in precedenza, era stato incendiato uno dei tre negozi, causandogli danni da 200 milioni di lire _ sarebbe servito per mandare un messaggio inequivocabile agli altri commercianti. Dopo il delitto, le profumerie verranno mandate avanti dalla moglie di Giordano, Franca Evangelista, che il giorno dell'assalto letale al marito era a Milano, insieme con la figlia Tiziana, per seguire un corso di aggiornamento in cosmesi. Mandanti ed esecutori materiale del delitto verranno assicurati alla giustizia. E per Paolello scatterà l'ergastolo. Il 27 maggio 2005, a Gela, verrà fondata da Tano Grasso l'associazione antiracket intitolata a Giordano, con la signora Evangelista come presidente onorario, che diventerà un'icona a livello nazionale della lotta contro lo strapotere dei clan.