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11 GENNAIO

Oggi, ma nel 1955, a Milano, Ferruccio Quintavalle, direttore generale della Edoardo Bianchi, fabbrica di biciclette meneghina, datata 1885 e ritenuta la più antica al mondo, fondava la Autobianchi, con stabilimento a Desio.

Il 16 settembre 1957, al Museo della scienza e della tecnica del capoluogo lombardo, la ditta ufficializzerà la prima nata a marchio: la Bianchina. Con carrozzeria tre volumi trasformabile, tetto apribile in tela, rifiniture di pregio, cromature e pinne posteriori. Ne verranno prodotti 301.303 esemplari, fino al 31 dicembre 1969.

Sarà, nelle intenzioni del progettista, l’ingegner Dante Giacosa, designer in forza al Lingotto, la versione lusso della Nuova 500 della casa della famiglia Agnelli. Debutterà sul mercato al prezzo, maggiorato del 15 per cento rispetto alla 500, di 565mila lire, rateizzabili in 30 mensilità mediante la finanziaria torinese Sava-Società anonima vendita automobili.

La Bianchi, forte sui velocipedi, era già dedita alle macchine, col segmento dedicato, ma per una produzione ritenuta più di nicchia. L'arrivo dell’Autobianchi, con appoggio economico e tecnico della Fiat e della Pirelli, rappresentava l'innovazione destinata a rivoluzionare il segmento della mobilità su quattro ruote a motore del Belpaese.

La Bianchina, infatti, dal 27 marzo 1975, data di uscita della prima pellicola “Fantozzi”, diretta dal regista Luciano Salce, nelle sale cinematografiche, diverrà per gli italiani la vettura del ragionier Ugo Fantozzi (nella foto, particolare, il modellino, in scala 1/18, del produttore francese Laudoracing model, di Hagenthal-le-Bas). Ruolo interpretato magistralmente sul grande schermo dall’attore Paolo Villaggio, genovese del 1932, che era anche l’autore del libro lancio del personaggio, edito dalla casa editrice milanese Rizzoli, nel 1971.

Il volume di fatto era la raccolta ordinata dei racconti pubblicati, sempre da Villaggio, nel 1968, sul settimanale "L’Europeo", diretto da Tommaso Giglio. Nel 1958 la Bianchi cederà tutto alla Fiat e alla Pirelli e nel 1968 uscirà dal sodalizio anche il colosso ambrosiano degli pneumatici. Nel 1963 arriverà lo spyder Stellina, prima auto tricolore realizzata in vetroresina, sfornata in soli 502 esemplari. E l’anno dopo, 1964, la Primula, la prima del gruppo Fiat con la trazione anteriore.

Le altre produzioni di successo saranno la A112, del 1969, pensata per sfidare la britannica Mini Cooper, realizzata in 1.254,178 pezzi. Mezzo che, nella versione Abarth, costruita dal 1971, si imporrà anche nelle competizioni, soprattutto con l'avvento del campionato monomarca, Trofeo A112, che sarà disputato dal 1977 al 1984, che formerà piloti di rally di valore come Attilio Bettega e Paola De Martini. La A112 verrà sostituita da un’altra icona, soprattutto per i giovani e le donne, la Y10, che tirerà 1.133,774 unità e che poi, nel 1995, passerà il testimone alla somigliante Lancia Y.