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11 SETTEMBRE

Oggi, ma nel 1943, a Nola, in provincia di Napoli, i nazisti della Fallschirm-Panzer-Division 1 “Hermann Göring”, unità d'élite di paracadutisti della Luftwaffe, uccidevano, per rappresaglia, 9 ufficiali italiani del 12° reggimento di artiglieria dell’Esercito di stanza in piazza d’Armi, dove aveva sede la caserma principe Amedeo di Savoia.

Dovevano pagare, col classico rapporto di 10 a 1, per la morte di un militare tedesco perito il giorno prima, 10 settembre, durante lo scontro a fuoco per il possesso delle armi dei graduati tricolore. Dopo l’armistizio dell’8 settembre di quel 1943, a Cassibile, gli italici erano stati ritenuti traditori dai componenti dell’esercito di Adolf Hitler presenti in zona, ancor più dopo lo sbarco di Salerno degli alleati angloamericani del 9 settembre.

Quella avvenuta a Nola verrà riconosciuta ufficialmente come la prima strage compiuta da elementi delle truppe germaniche presenti nel Belpaese. Le vittime (nella foto, particolare, dalla copertina del saggio di Pietro Manzi “L’eccidio di Nola. 11 settembre 1943”, Istituto grafico editoriale italiano, Napoli, 2017) erano: il colonnello Michele De Pasqua, il colonnello Amedeo Ruberto, il tenente Roberto Berninzoni, il capitano Mario De Manuele, il tenente Enrico Forzati, il tenente Alberto Pesce, il tenente Gino Iacovone, il tenente Luigi Sidoli, il tenente Pietro Nizzi, il tenente Consolato Benedetto.

Forzati, partenopeo, classe 1905, quindi di 38 anni, avvocato, sposato con Angela Dusmet de Smours, padre di un bambino, Maurizio, era ufficiale di complemento stanziato nel deposito di artiglieria. Si era incaricato di trattare con la guarnigione germanica per tentare di evitare l’inutile spargimento di sangue, ma il suo proposito era risultato vano. Verrà riconosciuto con lo status di partigiano combattente caduto e insignito della medaglia d’oro al valor militare, alla memoria, per essersi sostituito ad un commilitone destinato al patibolo.

Il giorno precedente, 10 settembre, erano stati eliminati il civile Giuseppe De Luca, l’artigliere Domenico Russo, il tenente Eduardo Carelli. Quest'ultimo era considerato il decimo ufficiale da passare sotto la scarica di piombo per pareggiare il conto. Il 22 settembre verrà giustiziato anche un altro civile, Gaetano Santaniello, ritenuto dai tedeschi responsabile del sabotaggio della linea ferroviaria di zona. L’1 ottobre i nolani, impossessatisi delle armi e delle munizioni presenti nella caserma cittadina dei carabinieri, riusciranno a mettere in fuga i nazisti dando vita ad una vera e propria insurrezione popolare.

Tutta la vicenda verrà raccontata da Umberto Santino, nel volume intitolato “La strage rimossa. Nola, 11 settembre 1943”, che verrà pubblicato da Di Girolamo editore, di Trapani, nel 2016. Nel 2019, il 15 aprile, alla Camera dei deputati, a Roma, il regista Felice Ceparano presenterà il documentario “L’eccidio di Nola. 1943”, con la partecipazione del giornalista e storico Paolo Mieli.