TODAY

12 agosto

Oggi, ma nel 2012, ad Afragola, in provincia di Napoli, in viale Giovanni Amendola, veniva ucciso, da due sicari che non verranno identificati, con tre colpi di pistola calibro 7,65 esplosi a distanza ravvicinata dentro l'abitacolo della sua Audi, attraverso il finestrino abbassato del lato guidatore, l'ex esponente della colonna vesuviana del gruppo terroristico di estrema sinistra Prima linea Raffaele Iannelli, di 64 anni. Era in macchina ad aspettare la moglie per sbrigare alcune commissioni insieme. Due anni prima uno dei figli di Iannelli era stato ferito alle gambe in un agguato anche in quel caso ritenuto estraneo alla sua precedente vita da estremista rosso, ma più riconducibile, verosimilmente, a questioni legale alla criminalità organizzata locale.

La vittima dell'agguato di stampo camorristico, che quindi non avrebbe legami con i precedenti per la stagione degli anni di piombo e della lotta armata, era un ex operaio dell'Alfa sud di Pomigliano d'Arco. Iannelli era stato arrestato, con Luigi Russo, dipendente dell'Aeritalia del capoluogo partenopeo, quale presunto responsabile della gambizzazione di Vittorio Flick, capo delle relazioni sindacali dell'Alfa sud, avvenuta a Pollena Trocchia, sempre nel napoletano, il 27 giugno 1977. Iannelli, che si era definito dissociato e non pentito, era stato preso, in base alle pesanti rivelazioni dei piellini passati a collaborare con la giustizia Roberto Sandalo - attraverso Patrizio Peci, già capo della colonna torinese delle Brigate Rosse considerato il primo pentito delle Br, arrestato a Torino il 19 febbraio 1980- e Michele Viscardi. Quest'ultimo, detto "Mike occhi di ghiaccio", ammanettato il 13 ottobre 1980, a Sorrento, aveva guidato, il 28 novembre di quel 1980, le forze dell'ordine su e giù per l'Italia in un inconsueto e storico tour degli arresti di 4mila chilometri (nella foto, particolare della notizia, nell’articolo di Massimo Nava, sul quotidiano “Corriere della Sera”, del 15 dicembre 1980), da Bergamo a Milano, da Milano a Firenze, da Firenze a Roma, da Roma a Napoli, da Napoli a Taranto e ritorno, per far scattare gli schiavettoni ai polsi degli ex compagni di rivoluzione tentata a colpi di P38.

Viscardi aveva anche fatto parte, con Sergio Segio, Marco Donat Cattin, Bruno Rossi Palombi e Umberto Mazzola, del commando che, il 29 gennaio 1979, aveva fatto fuori, a Milano, il sostituto procuratore della Repubblica Emilio Alessandrini, originario di Penne, in provincia di Pescara, in quanto ritenuto magistrato riformista che, col suo meticoloso lavoro, avesse contribuito a rafforzare la credibilità della struttura giudiziaria.