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12 febbraio

Oggi, ma nel 1931, a Roma, Guglielmo Marconi e Papa Pio XI inauguravano la Radio vaticana. Il pontefice Achille Ratti, elevato sul soglio di San Pietro il 6 febbraio 1922, lasciava nell’etere il suo messaggio e la benedizione urbi et orbi, entrambi formulati in latino. Quindi insigniva Marconi (nella foto, particolare, proprio col Papa, quel 12 febbraio 1931, davanti all'apparecchiatura approntata a Castel Gandolfo per la prima trasmissione della Radio vaticana), premio Nobel per la Fisica il 10 dicembre 1909 a Stoccolma, inventore della trasmissione via radio, brevettata a Londra il 2 luglio 1897, della Gran croce dell’ordine Piano o di Pio IX, il primo ordine cavalleresco conferito dalla Santa sede, in segno di riconoscenza per il lavoro svolto nell’approntare la stazione radiofonica che avrebbe consentito alla Santa sede di collegarsi globalmente come mai accaduto prima.

La Radio vaticana avrà diffusione in tutto il mondo e trasmetterà informazioni, sia d’attualità che strettamente religiose, in 41 lingue. Soprattutto consentirà ai fedeli di ogni angolo del pianeta di ascoltare direttamente la parola di Dio dalla viva voce del vicario di Cristo sulla terra. La portata della Radio vaticana rafforzerà l’operato della struttura di comunicazione e d’informazione dipendente dal successore di San Pietro insieme al quotidiano Osservatore romano, fondato l’1 luglio 1861, con Papa Pio IX.

Il 22 ottobre 1983, con Papa Giovanni Paolo II, si aggiungerà a radio e giornale anche il Centro televisivo vaticano. Tv2000, televisione privata generalista controllata dalla Conferenza episcopale italiana, arriverà il 9 febbraio 1998. Le trasmissioni della Radio Vaticana attraverseranno momenti delicatissimi del Novecento, particolarmente durante l’oppressione operata dalla Germania nazista e quella perpetrata dall’Unione sovietica comunista, fino a momenti di altissima tensione come la telecronaca in diretta da piazza San Pietro dell’attentato al Papa polacco, del 13 maggio 1981, verosimilmente ad opera del turco Mehmet Ali Ağca.

L’esistenza della radio del Santo padre sarà anche legata a controversie con i residenti di alcune zone della Capitale, per via delle emissioni potenzialmente nocive per gli abitanti del circondario di Santa Maria Galeria, nell’Agro romano, ritenuta zona extraterritoriale dell’Italia dall’8 ottobre 1951, dove, dal 1957 sorgerà la sede di trasmissione radiofonica. Dopo una lunga e tortuosa controversia giudiziaria per inquinamento da onde elettromagnetiche, che condannerà l’emittente, in chiusura d’anno 2016, con Papa Francesco, verranno dismesse le quattro antenne, alte 90 metri, ritenute nocive, che irradiavano il segnale dell’onda media su 1530 kHz, con programmi destinati all'Italia, all’Europa e al bacino del Mediterraneo. Contestualmente verrà avviato un intenso piano di ristrutturazione, non solo tecnica, della Radio vaticana sempre più lanciata sulle nuove tecnologie digitali.