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12 ottobre

Oggi, ma nel 1860, a Grottammare, in provincia di Ascoli Piceno, nel salone di rappresentanza del palazzo di proprietà, dal 1807, del marchese Mario Laureati, proveniente da casata originaria di Loreto Aprutino, allora nel teramano, Vittorio Emanuele II riceveva la delegazione legittimante degli alti esponenti napoletani. Commissione, guidata da Ruggero Bonghi e coadiuvata da Luigi Settembrini, che porgeva il parere favorevole dei notabili del sud al progetto unificante nazionale. Unità che arriverà il 17 marzo 1861. Quindi Vittorio Emanuele II, che aveva occupato i territori pontifici nelle Marche, nell’andare incontro a Giuseppe Garibaldi, che risaliva la Penisola, varcava il fiume Tronto, che delimitava il confine tra i possedimenti dello Stato della Chiesa e quelli del regno delle Due Sicilie. Iniziava così, senza dichiarazione di guerra, l’invasione di fatto dell’agonizzante sovranità di Francesco II di Borbone.

La discesa di Vittorio Emanuele II era partita da Ancona, il 3 ottobre precedente, alla testa dell’esercito piemontese, militarmente guidato dal generale Enrico Cialdini. Il 15 ottobre successivo il sovrano sabaudo attraverserà gli Abruzzi, scortato da Salvatore Tommasi, medico patologo, titolare della cattedra di Clinica medica all’università di Pavia, colonnello dell’esercito regio, originario di Roccaraso, in quel dell’Aquila, classe 1813. Il 21 ottobre ci sarà il plebiscito, necessario per sancire il voto d’annessione degli Abruzzi al costituendo regno d’Italia (nella foto, particolare del dipinto, olio su tela, di 104 per 2017 centimetri, del torinese Enrico Gamba, intitolato “Il voto di annessione dell’Abruzzo”, realizzato nel 1861, conservato nella galleria d’arte moderna dei musei di Nervi a Genova, proveniente dalla collezione Odone di Savoia, opera donata all’amministrazione municipale della città della lanterna da Vittorio Emanuele II, nel 1866).

Il percorso di Vittorio Emanuele II dopo lo storico appuntamento di Grottammare porterà, il 26 ottobre successivo, all’iconico incontro di Teano, in provincia di Caserta. Avverrà sul ponte di Caianello, futuro ponte San Nicola, nella frazione di Borgonuovo, con la simbolica stretta di mano tra il Savoia e l’Eroe dei due mondi. In quel momento verrà ufficialmente dichiarata conclusa la spedizione garibaldina dei mille in camicia rossa. Lo stesso 26 ottobre 1860 inizierà l’assedio alla fortezza di Civitella del Tronto, che sarà l’ultima roccaforte borbonica, comandata dal maggiore Luigi Ascione, a cadere. Resisterà anche al bombardamento del 15 febbraio 1861, ma si arrenderà il 20 marzo 1861, ovvero tre giorni dopo la proclamazione dell’unità italica e l’incoronazione di Torino di Vittorio Emanuele II come primo re d’Italia, col maggiore Raffaele Tiscar che esporrà la bandiera bianca.