#TODAY

13 Agosto

Oggi, ma nel 1980, nella frazione marittima di Triscina di Castelvetrano, in provincia di Trapani, veniva ucciso dalla mafia, con un colpo di pistola alla testa, il sindaco Vito Lipari (nella foto, durante un comizio). Si stava recando dalla sua residenza estiva in Municipio per partecipare a una riunione della giunta. Veniva assassinato soprattutto per aver cercato di smascherare le irregolarità e gli imbrogli attuati da ditte legate a Cosa nostra sugli appalti delle opere di ricostruzione edilizia post terremoto della valle del Belice, del 14 gennaio 1968 (tra Trapani e Agrigento, intensità della scossa del X grado della scala Mercalli, 370 morti, mille feriti, 90mila sfollati). Il primo cittadino, che al momento dell'agguato mortale era anche segretario provinciale della Democrazia cristiana, era stato seduto sullo scranno più alto di Palazzo di città anche nel 1974-1976, nel 1978-1979 ed era stato rieletto, per il terzo mandato, un mese prima di essere ucciso. La sua posizione politica era reputata vicina a quella del ministro Dc (Marina mercantile nel 1976-1977, Difesa nel 1979-1980, Esteri nel 1980) Attilio Ruffini che aveva in quella parte della Sicilia il collegio elettorale. Per l'omicidio Lipari non ci saranno colpevoli. Mariano Agate, Francesco Mangione e Rosario Romeo, ritenuti i presunti esecutori materiali, e Nitto Santapaola, considerato il presunto mandante, pur condannati in primo grado, verranno assolti, nel 1993, dalla corte di Cassazione.

@RIPRODUZIONE RISERVATA