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14 Agosto

Oggi, ma nel 1991, a Roma, dopo il passaggio tra Camera e Senato, veniva approvata la legge numero 281, cosiddetta "quadro", in materia di animali d'affezione e di prevenzione del randagismo (nella foto, un particolare della campagna informativa dell'associazione nazionale protezione animali natura e ambiente, Anpana, del 2016, lanciata in occasione del 25° anniversario della entrata in vigore della legge). Era il primo provvedimento italiano nel settore degli amici pelosi a quattro zampe. Era ritenuto tra i primi strumenti normativi, e anche tra quelli più innovativi, d'Europa. Il testo della legge, composto da 9 articoli, verrà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica del 30 agosto successivo. Nell'articolo 1, lo Stato italiano promuoveva ufficialmente la disciplina, stabilendo anche che cani e gatti randagi non potessero essere utilizzati per scopi illegali e per esperimenti e condannava le crudeltà, di vario tipo e grado, e l'abbandono, nelle molteplici forme, nei loro confronti. Nell'articolo 3 venivano create, in accordo con le Regioni, alle quali veniva demandato il successivo compito di gestirle, le anagrafi canine: da anni richieste dalle organizzazioni in difesa degli animali. Nell'articolo 4, venivano delineate le competenze dei Comuni e il ruolo di collaborazione delle associazioni animaliste con le istituzioni locali, sancendo di fatto il riconoscimento della validità del loro operato.

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