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14 agosto

Oggi, ma nel 1873, a Cartagena, nella Murcia, in Spagna, giungeva nella baia d'Escombreras, il gruppo navale italiano, al comando del viceammiraglio Enrico Di Brocchetti (nella foto, particolare, proveniente dalla fototeca dell'ufficio storico dello Stato maggiore della Marina militare, di Roma) - napoletano del 1817, futuro ministro della Marina dal 24 marzo 1878 al 24 agosto dello stesso anno - distaccato dalla squadra permanente, proveniente da Cagliari, composto dalle fregate corazzate "Roma", "San Martino", "Venezia" e dall’avviso "Authion", per proteggere i connazionali durante l'assedio portato dalle truppe governative contro gli insorti spagnoli della cosiddetta rivoluzione cantonale, iniziata il 12 luglio precedente.

Nel dettaglio, si era trattato del progetto del Cantone di Cartagena, ovvero un organismo nazionale che manterrà la sua indipendenza dalla prima repubblica spagnola, unitaria e centralista, per sei mesi. Era sorto a causa della forte avversione al sistema della prima repubblica e all'invio di giovani alle guerre coloniali che la Spagna stava combattendo nei suoi possedimenti d'oltremare, soprattutto la guerra dei dieci anni a Cuba. In appoggio ai marinai italiani, giunti il 14 agosto 1873, erano presenti a Cartagena sia un gruppo navale britannico che uno francese.

La formazione italiana rientrerà in patria, a Napoli, il 30 gennaio 1874, dopo l’espugnazione di Cartagena, del 13 gennaio dello stesso anno, da parte delle truppe governative e il ristabilimento dell’ordine. Le agitazioni si erano dipanate dopo che il re di Spagna sabaudo, Amedeo I, El rey caballero, nella duplice caustica accezione positiva/negativa di sovrano a cavallo/re traballante - che era figlio secondogenito di Vittorio Emanuele II, primo sovrano d'Italia unita, e padre di Luigi Amedeo di Savoia, futuro duca degli Abruzzi - a causa della forte instabilità politica, che non gli aveva permesso di regnare e di due tentativi di assassinio, ai quali era riuscito a scampare, nel corso della sua effimera permanenza al palazzo reale di Madrid, l’11 febbraio 1873, aveva compiuto atto di abdicazione: favorendo l'insediamento della Repubblica, nella stessa giornata.

La prima Repubblica iberica, detta la gloriosa, durerà meno di due anni. Cesserà di esistere, il 29 dicembre 1874, quando Alfonso XII, figlio di Isabella II, verrà accolto sul trono, sotto la reggenza di Antonio Canovas del Castillo. L'esperienza repubblicana verrà reputata come la prima compiuta espressione dell'ansia di libertà evocata dalla rivoluzione francese ad aver trovato realizzazione, se pur contraddittoria e di breve durata, ad opera della borghesia intellettuale e progressista.