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14 dicembre

Oggi, ma nel 1978, a Roma, in via Ivrea, nel locale Speak easy, Guerriglia comunista uccideva, per errore, Enrico Donati, studente, tossicodipendente, al posto di Maurizio Di Gregorio e Cinzia Costantini, spacciatori di eroina. Nel quartiere Appio latino, Di Gregorio, Costantini, Claudio Annini e Donati stavano eseguendo lavori di allargamento del club privato quando tre uomini armati e mascherati facevano irruzione e cominciavano a sparare con pistole munite di silenziatore.

Di Gregorio, Costantini e Annini riuscivano a ripararsi dietro i mobili. Donati tentava di uscire per strada, ma veniva freddato con un colpo alla schiena. Mezz’ora dopo arrivava la telefonata di rivendicazione alla redazione del Messaggero. Una voce anonima sosteneva che l’organizzazione avesse fatto fuori Maurizio e Cinzia. Ma nel comunicato, che seguirà il giorno successivo, 15 dicembre, verrà precisato che Donati, che verrà riconosciuto ufficialmente dalle istituzioni repubblicane come vittima del terrorismo, sia stato ammazzato per sbaglio, al posto di Di Gregorio e della Costantini, accusati di essere rivenditori di eroina. 

L’azione rientrava, infatti, nella più ampia campagna che Guerriglia comunista, sorta l’anno precedente, nel settembre 1977, che rimarrà attiva fino al giugno 1979, stesse portando avanti contro il traffico di polvere bianca, attivo soprattutto nei quartieri popolari della Capitale. Guerriglia comunista, che teorizzava la lotta di classe, era fortemente contro la circolazione degli stupefacenti, che riteneva non solo consentita, ma addirittura diffusa dallo Stato per sottoporre a misura di controllo i lavoratori e in tal modo cercare di neutralizzare la rivoluzione proletaria.

Tra giugno e dicembre 1978 Guerriglia comunista aveva compiuto, nell’Urbe, altri tre attentati mortali contro pusher. Le vittime erano state Giampiero Cacioni, giustiziato il 19 giugno, Maurizio Tucci, eliminato il 3 novembre, Saaudi Vaturi, originario di Tripoli, colpito a morte il 27 novembre. Quindi era stata la volta di Donati. La prima azione omicida era stata eseguita sotto l’egida del Movimento proletario di resistenza offensiva - Nucleo antieroina. Tra il dicembre 1978 e l'aprile 1979 le operazioni, eseguite sempre nel contesto romano, si amplieranno: il giorno di Natale del ’78 verrà assaltata la redazione centrale del Tempo, il 15 aprile ’79 verrà violata con una bomba la bottega di alimentari di Angelo Rossi, il 13 giugno ’79 verrà devastato il cantiere della caserma dei carabinieri in costruzione.

Come riporterà l’Unità, nell’edizione del 19 maggio 1983, durante il processo si scoprirà che dietro Guerriglia comunista si celasse la faida tra trafficanti, acuita all’innesto della cocaina tra i consumatori di eroina in una piazza enorme come quella della Città eterna. Le Squadre armate proletarie combattenti avevano promosso l’omicidio, avvenuto a Milano, il 7 novembre 1978, di grande risalto mediatico, dello spacciatore di eroina Giampiero Grandi (nella foto, particolare, la notizia data dal Corriere della sera, del giorno dopo, nella cronaca del capoluogo lombardo), di 44 anni. Inizialmente il delitto, avvenuto in via Pietro da Cortona, inserito come azione politica di pulizia contro un trafficante che svolgeva l’attività di negoziante come copertura, verrà accostato alle azioni analoghe compiute a Roma da Guerriglia comunista, salvo poi appurare che le Squadre armate proletarie, ritenute derivazione di Prima linea e delle Formazioni comuniste combattenti, non fossero propriamente collegate a Guerriglia comunista.