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14 gennaio

Oggi, ma nel 1897, a Las Heras, in Argentina, Matthias Zurbriggen, di 41 anni, guida alpina svizzera, attiva a Macugnaga, nel Verbano-Cusio-Ossola, da quando aveva 24 anni, conquistava, in solitaria, la vetta del monte Aconcagua, di 6961 metri sul livello del mare. La sommità, posta sulla Cordigliera delle Ande, era il rilievo più prominente dell’emisfero australe e rientrava nel consesso detto “Seven Summits”, costituito dalle cime più alte di ciascun continente. Originario di Saas-Fee, nel Canton Vallese, classe 1856, appartenente alla comunità walser, Zurbriggen (nella foto, particolare, nello scatto F11218 conservato nella fototeca del Museo nazionale della montagna "Duca degli Abruzzi" di Torino) era conosciuto come “Il signore della parete est” del Monte Rosa, l’unica di tipo himalayano presente nelle Alpi che termina con la punta Nordend di 4609 metri, dove si guadagnava da vivere - come sua precisa scelta non ereditata dall’attività di famiglia, poiché il padre ed il nonno erano minatori - portando gli alpinisti che volevano cimentarsi nell’ascensione alla Punta dedicata alla memoria del generale e cartografo elvetico Guillaume Henry Dufour, a quota 4634 metri, dal versante piemontese. Via, che traversava fino al colle che onorava don Giovanni Gnifetti, parroco di Alagna Valsesia, a 4554 metri, e che aveva aperto, il 3 settembre 1893, con Guido Rey, Luigi Vaccarone, Luigi Burgener, Casimiro Therisod.

Dopo il successo in America latina tornerà al suo mestiere, a Macugnaga. Nel 1909, scortando il fotografo Vittorio Sella, parteciperà alla spedizione del duca degli Abruzzi, Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, nel Karakorum, col tentativo, che poi fallirà, di conquistare il K2. La luminosità professionale di Zurbriggen, nel contesto dell’alpinismo eroico, quello a cavaliere tra la fine dell’Ottocento e gli albori del Novecento, sarà offuscata dall’abuso di alcolici. Un vizio che lo porterà a vivere l’ultima fase della vita in povertà, come un vagabondo, e a suicidarsi, impiccandosi, a Ginevra, il 21 luglio 1917, a 61 anni. Ma verrà comunque ricordato come una delle migliori guide alpine di tutti i tempi.

Il 5 luglio 1997, in occasione del 16° Incontro delle genti del Monte Rosa, la sezione di Macugnaga del Club alpino italiano, fondata nel 1970, gli dedicherà la placca ricordo. Nel libro autobiografico “Dalle Alpi alle Ande”, uscito per la prima volta in inglese, a Londra, dall’editore Fisher Unwin, nel 1899, e poi proposto in italiano da Priuli e Verlucca, di Scarmagno di Torino, nel 2003, lo stesso Zurbriggen racconterà la sua esperienza. A raccontare la parabola di Zurbriggen, invece, penserà Felice Benuzzi, ambasciatore italiano a Montevideo, appassionato di scalate, nel saggio “Mattia Zurbriggen guida alpina: le sue imprese, i suoi uomini, i suoi monti”, che verrà edito dal Museo nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi”, di Torino, nel 1987.