TODAY

14 MAGGIO

Oggi, ma nel 1901, ad Acerenza, in provincia di Potenza, in via Regina Elena, nella zona detta Curva dei sedili, si verificava la frana che trascinava a valle il centro storico.

Il costone roccioso che si staccava piombava su 20 abitazioni, causando 17 vittime (nella foto, particolare, i soccorsi, dall’immagine di copertina del settimanale “Il secolo illustrato”, supplemento della domenica al quotidiano milanese “Il Secolo”, del 2 giugno 1901). Venivano spazzati anche i rimanenti resti delle antiche mura di cinta.

Le cause era date dalla natura del suolo, roccia arenaria, a 830 metri sul livello del mare, scavata dagli abitanti per ricavarne grotte artificiali da adibire a cantine, infiltrata dall’incessante lavorio della pioggia che, soprattutto negli ultimi mesi, era caduta copiosamente.

La città ritenuta la più antica della Basilicata, risalente al paleolitico medio, posta tra il fiume Bradano e il suo affluente, il torrente Fiumarella, beneficerà del provvedimento speciale, di 176mila lire, conferito dal ministero dei Lavori pubblici, guidato da Girolamo Giusso, del governo presieduto da Giuseppe Zanardelli, esponente della sinistra storica, all’amministrazione municipale.

Fondo da utilizzare per i lavori di consolidamento dello smottamento che verranno eseguiti dal Genio civile. Più il mutuo di 44mila lire erogato dalla Cassa depositi e prestiti al Comune, da risarcire in 35 anni al tasso del 5 per cento d’interesse, sempre per le operazioni straordinarie di manutenzione dell’area franata. Altre 65mila lire verranno accordate al Municipio per la ricostruzione delle abitazioni sventrate.

Complessivamente, secondo il provvedimento governativo, con la legge del 7 luglio di quel 1901, numero 325, verranno impegnate 286mila lire per ripristinare la vivibilità. Come verrà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del regno d’Italia del 17 luglio 1901, numero 170. Poi seguirà la dazione residua, di 65mila lire, all’amministrazione civica, mediante il decreto luogotenenziale numero 1213, del 25 luglio 1915, firmato da Tommaso di Savoia duca di Genova, luogotenente generale del sovrano sabaudo Vittorio Emanuele III.

Quello di Acerenza sarà uno dei casi simbolo del Belpaese d'impegno da parte delle istituzioni, sia centrali che periferiche, per tentare di rimediare alla sciagura. Fondamentale risulterà l’entratura politica del deputato lucano Emanuele Gianturco, originario di Avigliano, sempre in quel di Potenza, già ministro della Pubblica istruzione, dei Lavori pubblici e di Grazia e giustizia, alla Camera ininterrottamente per 7 legislature, dal 10 giugno 1886 all’8 febbraio 1909.

Tutta la vicenda verrà ricostruita nel volume intitolato “Cronaca di una tragedia. Acerenza 14 maggio 1901”, scritto da Vincenzo Guglielmucci, pubblicato da Telemaco, di Acerenza, nel 2014.