14 Novembre

13 Novembre 2020

Oggi, ma nel 2002, a Roma, alla Camera dei deputati, a Palazzo Montecitorio, Papa Giovanni Paolo II rendeva visita ufficiale al Parlamento, riunito in seduta comune. Era la prima volta di un pontefice. A ricevere il successore di San Pietro Karol Wojtyla erano i presidenti della Camera, Pier Ferdinando Casini, esponente di spicco dell'Unione di centro, e quello del Senato, Marcello Pera, alto rappresentante di Forza Italia (entrambi nella foto, intorno al Papa, davanti il premier Silvio Berlusconi, leader nazionale di Fi). Nel suo intervento, da mezz'ora di durata, vertente su pace, rispetto dei diritti umani, perdono e redenzione, bioetica, percorso comune di costruzione dell'Europa, doveri imprescindibili della buona politica, ricerca del bene comune, ma anche coesistenza di arte e cultura quali risorse del Belpaese, il massimo rappresentante della cristianità capitolina rivolgeva il suo accorato appello alle alte istituzioni dell'Urbe affinché venissero presi seri provvedimenti per ovviare alle penose condizioni di sovraffollamento delle carceri. Una supplica per porre rimedio alla decadenza dei luoghi di espiazione capaci di dettare inumane condizioni di vita ai detenuti intenti a redimersi dei propri peccati. Nella seduta, senza precedenti nella storia nazionale, destinata per questo motivo a segnare una data di trapasso secolare nel percorso di convivenza tra Stato laico e principale sede apostolica mondiale, il Papa polacco chiudeva con parole che rimarranno senza eguali nei suoi interventi da capo di Stato vaticano: "Illustri rappresentanti del popolo italiano, dal mio cuore sgorga spontanea una preghiera: da questa antichissima e gloriosa città - da questa Roma onde Cristo è romano, secondo la ben nota definizione di Dante Alighieri (Purgatorio 32, 102) -chiedo al redentore dell'uomo di far sì che l'amata nazione italiana possa continuare, nel presente e nel futuro, a vivere secondo la sua luminosa tradizione, sapendo ricavare da essa nuovi e abbondanti frutti di civiltà, per il progresso materiale e spirituale del mondo intero. Dio benedica l'Italia!". Ad accompagnare il sommo pontefice, oltre al portavoce e capo della sala stampa vaticana, Joaquin Navarro Valls, c'erano il cardinale segretario di Stato vaticano Angelo Sodano, il sostituto monsignor Leonardo Sandri, il ministro degli Esteri vaticano cardinale Jean Louis Tauran e il cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana quale massimo delegato dei vescovi italiani. In dono il Papa portava delle medaglie che erano state coniate in oro per il decimo presidente della Repubblica in carica, Carlo Azeglio Ciampi, per i presidenti Pera e Casini e per il presidente del consiglio dei ministri Berlusconi; in argento per i parlamentari presenti; in bronzo per funzionari e commessi. In cambio Wojtyla riceveva la simbolica campanellina d'argento fatta suonare da Casini in apertura della speciale seduta.

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