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15 agosto

Oggi, ma nel 1799, a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, i soldati francesi dell'armata d'Italia, comandati dal generale francese Barthelemy Joubert e poi dal parigrado e connazionale Jean Victor Moreau, dopo la morte del primo condottiero, proprio in inizio di scontro, venivano sconfitti dall'esercito austro-russo, guidato dal feldmaresciallo moscovita, futuro eroe nazionale, Aleksandr Vasil'evic di Suvorov, nel corso della campagna italiana.

Le forze in campo erano di 66mila uomini, che partivano dal quartier generale di Bosco Marengo, sempre in quel di Alessandria, per i vincitori, contro 34mila per i perdenti, posizionati già a Novi. I morti erano 6mila per i francesi, inclusi nel computo anche i feriti gravi che spireranno nei giorni successivi per le conseguenze riportate, 5mila per gli austriaci e 1.500 per i russi.

Quella che passerà alla storia come la battaglia di Ferragosto, o di Novi di Piemonte (nella foto, particolare del dipinto del tedesco August Alexander von Kotzebue, del periodo 1852-1855, conservato nel museo dell'Ermitage di San Pietroburgo) e che verrà ricordata non tanto per la tecnica militare adottata dal conte di Suvorov, che pure risulterà degna di nota, soprattutto per aver scelto di concentrare l'attacco decisivo nell'ala sinistra dello schieramento francese, per conquistare la zona collinare e aggirare il possesso della cittadina, quanto come una delle più cruente della discesa napoleonica lungo lo stivale.

In termini di risultato la battaglia determinava la ritirata generale delle forze transalpine presenti nella penisola. Alle 17, anche il 15 agosto 2020, come ogni anno, nella chiesa della collegiata di Novi Ligure, verrà officiata, nel rispetto della normativa di salvaguardia Covid-19, la messa in ricordo delle 12mila vittime che, in un modo o nell'altro, contribuirono col loro estremo sacrificio alla costruzione geopolitica del Belpaese.