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15 Gennaio

Oggi, ma nel 2007, nello stretto di Messina, il traghetto veloce monocarena Segesta jet (nella foto, lo squarcio nella fiancata destra causato dallo scontro in mare, proprio in corrispondenza della sala di comando e macchine), lungo 50 metri, di proprietà della società Bluvia, riconducibile alle Ferrovie dello Stato, entrava in collisione, poiché speronato, con la grande nave porta container Susan Borchard, battente bandiera di Antigua, una delle due isole caraibiche dello Stato di Antigua e Barbuda. Nell'impatto con il mercantile, diretto verso l'attracco israeliano di Ashdod, il Segesta jet, in servizio passeggeri tra il porto di Messina e quello di Reggio Calabria, a una velocità di 28 nodi orari, di ritorno da Reggio Calabria, con 154 pendolari a bordo, morivano quattro persone, tutte facenti parte dell'equipaggio, e si registravano 80 feriti, che poi verranno trasportati nell'ospedale di Reggio Calabria. Le vittime erano: Sebastiano Mofodda, il comandante, di 54 anni; Marcello Sposito, direttore di macchina, 41; Domenico Zona, motorista, 42; Lauro Palmiro, uno dei marinai, di 50. Il Segesta jet, considerato uno dei mezzi più tecnologicamente avanzati a coprire la rotta abitualmente utilizzata dai lavoratori costretti a fare la spola tra le due città, tra Sicilia e Calabria, era stato costruito nel 1999 dalla rinomata ditta Rodriquez cantieri navali di Messina. I danni riportati nell'incidente furono tali da non rendere riparabile, quindi mai più utilizzabile il Segesta jet, che verrà demolito, nel 2010. A  12 anni dalla sciagura navale, nella ricorrenza dell'impatto, a Messina, il piazzale della stazione marittima verrà intitolato alla memoria dei defunti come piazzale Marinai del Segesta.

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