15 giugno

Oggi, ma nel 1915, a Caporetto, in Slovenia, il 3° reggimento alpini, composto dai battaglioni “Susa”, “Pinerolo”, “Exilles” e “Fenestrelle”, iniziava l’attacco che porterà, il giorno successivo, 16 giugno, alla conquista del Monte nero, a quota 2245 metri sul livello del mare, sulla riva sinistra dell’Isonzo. Sarà ritenuta la prima vera azione vittoriosa tricolore nel primo conflitto mondiale via terra. Nell’assalto periva il sottotenente di complemento delle penne nere Alberto Picco di Ulrico, di La Spezia, di 21 anni, già fondatore, il 20 novembre 1911, della compagine calcistica della sua città natale prima di andare al fronte.
L’intervento del raggruppamento di cinque esploratori dell’84ª compagnia del già menzionato battaglione “Exilles”, guidato da Picco, era determinante per la scelta strategica di assaltare l’altura chiamata Krn nella lingua del posto che sarà territorio del Belpaese dal 1920 al 1947. La forza di sfondamento era composta da 130 soldati da montagna, alla baionetta, agli ordini del capitano Vincenzo Arbarello. Il 12 settembre 1915 verrà conferita a Picco, “motu proprio” del sovrano sabaudo Vittorio Emanuele I, la medaglia d’argento al valor militare alla memoria.
Il 17 settembre 1928 sarà intitolato alla memoria di Picco il monumento rifugio che sorgerà a ridosso del luogo dell’uccisione con la scritta “Victoribus esto” incisa sul contrafforte (nella foto, particolare), opera che sarà demolita nel 1951. Il 20 gennaio 1912, nell’amichevole Spezia-Virtus Juventusque Livorno, che era terminata 2-2, Picco aveva segnato la prima storica marcatura ufficiale. Nel 1919, il 7 dicembre, sarà dedicato a Picco lo stadio comunale di La Spezia. Tutta la vicenda militare verrà ricostruita da Luciano Viazzi e Marco Balbi, nel volume “Spunta l'alba del 16 giugno... La Grande guerra su Monte Nero”, che sarà pubblicato dalla casa editrice milanese Mursia nel 2000.