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15 MAGGIO

Oggi, ma nel 1891, a Roma, il pontefice Leone XIII promulgava l’enciclica papale “Rerum novarum”, ovvero dal latino “Delle cose nuove”, mediante la quale per la prima volta il Vaticano prendeva posizione sugli aspetti sociali della vita, in particolare modo la cosiddetta questione operaia, fondando di fatto la dottrina sociale della Chiesa cattolica. Il successore di San Pietro si poneva a metà strada fra le parti che maggiormente erano in contrasto in quel delicato periodo storico: gli operai e i padroni. Secondo la vulgata comune gli sfruttati e gli sfruttatori. Il testo era stato preparato con la collaborazione del padre gesuita Matteo Liberatore e al cardinale domenicano Tommaso Zigliara. Gioacchino Vincenzo Pecci (nella foto, particolare, intento a salire sulla carrozza di servizio), di Carpineto romano, classe 1810, elevato sul gradino più alto della massima istituzione religiosa mondiale il 20 febbraio 1878, ammoniva i salariati di non dar sfogo alla propria frustrazione attraverso moti rivoluzionari. Ma contestualmente chiedeva agli imprenditori di usare atteggiamento meno duro nei confronti dei sottoposti.

Tra i molteplici passaggi degni di nota contenuti nella lettera apostolica del 15 maggio 1891 rimarrà impressa l’indicazione del Santo padre: «Principalissimo poi tra questi doveri è dare a ciascuno il giusto salario. Il determinarlo secondo giustizia dipende da molte considerazioni, ma in generale si ricordino i datori di lavoro che le leggi umane non permettono di opprimere per utile proprio i bisognosi e gli infelici, e di trafficare sulla miseria del prossimo. Defraudare poi il dovuto salario è colpa così enorme che grida vendetta al cospetto di Dio».

Fondamentale poi era il messaggio lanciato dal capo della Santa sede per il rispetto delle condizioni della donna e del fanciullo da attuarsi attraverso l’attribuzione di mansioni, orari e retribuzioni che fossero adeguate e operassero una giusta tutela nei confronti della disparità fisica rispetto all’uomo adulto nel pieno vigore delle forze. Papa Leone XIII incalzava anche lo Stato italiano e il governo nazionale, presieduto per la prima volta dal marchese palermitano Antonio Di Rudinì, esponente della destra storica, nel far rispettare le leggi di salvaguardia dei lavoratori più svantaggiati. Come nel passo: «[...] se con il lavoro eccessivo o non conveniente al sesso e all’età, si reca danno alla sanità dei lavoratori; in questi casi si deve adoperare, entro i debiti confini, la forza e l’autorità delle leggi». Insieme al Manifesto del Partito comunista di Karl Marx, pubblicato il 21 febbraio 1848, a Londra, e al Saggio sulla libertà di John Stuart Mill, risalente al 1859, l’enciclica “Rerum novarum” sarà ritenuta testo d’orientamento di fine Ottocento sulla nascita della borghesia.