16 dicembre

Oggi, ma nel 2021, a Roma, nella sede dell’Agenzia spaziale italiana, veniva celebrata la prima Giornata nazionale dello spazio, affidata all’Agenzia spaziale italiana, nata nel 1988, per volere del ministro Vittorio Colao con delega alle attività spaziali e aerospaziali del governo presieduto da Mario Draghi, con direttiva proprio del presidente del Consiglio dei ministri del 14 ottobre precedente. Era indetta per sensibilizzare l’opinione pubblica. L’inaugurazione della Giornata nazionale dello spazio si svolgerà nell’Urbe, con un evento aperto dal già citato titolare del dicastero con delega alle attività spaziali ed aerospaziali, il già menzionato Colao, dal ministro dell’Università e della ricerca, Maria Cristina Messa, dal presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Giorgio Saccoccia e dal capo di Stato maggiore della difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. E negli anni l’Abruzzo vanterà l'impegno della pescarese Alessandra Di Cecco, astrofisica dell’Asi, coinvolta nella promozione degli eventi legati alla Giornata nazionale dello spazio. Come l’incontro con l’astronauta Paolo Nespoli che si terrà il 21 dicembre 2024 a Lettomanoppello, nella sala consiliare dedicata alla memoria del Papa polacco Karol Wojtila. In estrema sintesi veniva ricordato il lancio effettuato il 15 dicembre 1964, alle 21.24 ora italiana, dall’isola di Wallops, in Virginia, dall’area 3 del nel Wallops flight facility della Nasa, l’Agenzia spaziale statunitense, era stato fatto decollare il San Marco I (nella foto, particolare, nell’immagine promozionale della prima Giornata nazionale dello spazio). Si trattava di una sfera di 115 chilogrammi di peso e di 66 centimetri di diametro, del Consiglio nazionale delle ricerche, il primo satellite artificiale del Belpaese. Con il progetto intitolato al santo protettore ei naviganti l’Italia era stata di fatto la terza nazione, dopo Usa e Urss, a mandare autonomamente in orbita un proprio satellite artificiale. Perché il lancio del 16 dicembre ’65 era stato gestito interamente da italiani, benché formati dalla Nasa, con razzo italiano, il vettore era lo scout X-4, e base gestita da italiani benché fosse americana. Il San Marco I era stato concepito da Luigi Broglio, Carlo Buongiorno e Franco Fiario ben quattro anni addietro. Il rientro avverrà il 13 settembre 1965 dopo 271 giorni.
