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17 aprile

Oggi, ma nel 1975, a Torino, Paolo Fiocco, di 40 anni, guardia giurata dei "Cittadini dell'ordine", attivista Cisnal, il sindacato di destra considerato vicino al Movimento sociale italiano, assegnatario di un alloggio popolare alla Falchera, storico rione operaio del capoluogo piemontese, uccideva con un colpo di pistola calibro 7,65 alla testa Antonino "Tonino" Miccichè (nella foto, il cadavere), militante di Lotta continua, ex operaio Fiat fino al gennaio 1973, da sette mesi dirigente del Comitato per la casa della zona considerata un dormitorio per le maestranze e per questo soprannominato "sindaco della Falchera". Era lui, infatti, a trattare con le autorità, ad assegnare provvisoriamente gli alloggi Iacp, ovvero Istituto autonomo case popolari, agli occupanti, a risolvere i mille problemi quotidiani dati dalla convivenza di migliaia di persone, sia assegnatari che occupanti nella zona situata in Barriera di Milano e sorta negli anni '50.

Fiocco si era preso un box auto in più oltre a quello già assegnatogli dall'Iacp. Proprio in quella rimessa per le macchine il Comitato per la casa avrebbe voluto tenere le sue riunioni durante quella che verrà definita la "guerra per la casa". Non valendo a nulla le varie richieste di liberare il secondo box, indirizzate a Fiocco, il Comitato aveva deciso di prendersi quello spazio proprio in quel 17 aprile. Ma ci scappava il morto. Il processo per omicidio volontario si terrà, in primo grado, il 2 febbraio 1978. Prima dell'inizio la famiglia dell’imputato offrirà 9 milioni come risarcimento, ma la somma verrà rifiutata.

Fiocco, inizialmente ritenuto un fascista mosso per odio politico verso un esponente della sinistra extra parlamentare, in realtà verrà reputato più un violento, spinto dalla necessità di difendere la casa e appunto i due box in sua dotazione. Verrà condannato a 19 anni di carcere, ma la pena verrà ridotta a 13 in appello. Uscirà di prigione nel 1982.

La morte di Miccichè, originario di Pietraperzia, in provincia di Enna, classe 1950, avveniva proprio nei giorni in cui si verificava, a Milano, la marcata reazione antifascista con scontri durati due giorni, che passeranno alla storia dei cosiddetti anni di piombo come le "giornate di aprile", con due morti ammazzati considerati "rossi" come Claudio Varalli e Giannino Zibecchi. Sull’onda dell’emozione e della rabbia scatenate dall’omicidio Miccichè, dal funerale e dai fatti di Milano, nella città sabauda si snoderà il corteo, guidato dal servizio d’ordine di Lotta Continua e dagli occupanti della Falchera, che, tra l'altro, assalterà la sede locale del Msi e la distruggerà.