#TODAY

17 Dicembre

Oggi, ma nel 1922, a Torino, in zona barriera di Nizza, nell'omonima via, il militante comunista Francesco Prato, di 22 anni, sparava ed uccideva i fascisti Giuseppe Dresda, di 27, e Lucio Bazzani, di 22, che lo avevano aggredito e ferito ad una gamba. Prato riuscirà non solo a fuggire, ma anche ad espatriare in Unione sovietica, facendo perdere le sue tracce. Il giorno successivo al duplice omicidio ci sarà la rappresaglia del fascio cittadino, capeggiato da Piero Brandimarte, con l'incendio della locale Camera del lavoro (nella foto) e l'assassinio di dieci antifascisti: Erminio Andreone, Evasio Becchio, Carlo Berruti, Matteo Chiolero, Pietro Ferrero, Andrea Ghiomo, Giovanni Massaro, Leone Mazzola, Angelo Quintaglie e Matteo Tarizzo. Il loro estremo sacrificio verrà ricordato nella targa commemorativa che verrà apposta dall'amministrazione municipale nel luogo del fatto di sangue, limitrofo alla stazione ferroviaria di Porta Susa, che verrà chiamato proprio piazza XVIII dicembre 1922, martiri della Camera del lavoro. Il giorno dopo, 19 dicembre, invece, come coda della ritorsione violenta delle camicie nere alla soppressione dei due militi del 17, verranno fatti fuori altri tre "rossi": Cesare Pochettino, Angelo Quintagliè e Evasio Becchio. Brandimarte, mandante e coordinatore di tutta l'operazione di vendetta, verrà assolto, il 30 aprile 1952, per insufficienza di prove, dopo la iniziale condanna, a 26 anni, del 5 agosto 1950.

@RIPRODUZIONE RISERVATA