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17 febbraio

Oggi, ma nel 1927, a New York, al Metropolitan opera house, Tullio Serafin dirigeva la prima assoluta di “The king’s henchman”, dramma in tre atti, dello stesso anno, del compositore statunitense Deems Taylor, su libretto della poetessa americana Edna Saint Vincent Millary. Era la numero uno delle tre premiere che il maestro di Rottanova di Cavarzere, in provincia di Venezia, classe 1878, dirigerà. Le altre due si verificheranno il 7 gennaio 1931, con “Peter Ibbetson”, sempre di Taylor e libretto di Constance Collier, tratto dal romanzo del 1891 di George du Maurier, e il 7 gennaio 1933, con “The emperor Jones”, del pianista Usa di origine russa Louis Gruenberg, adattato dallo spettacolo teatrale di Eugene O’Neill.

Serafin era al Metropolitan dalla direzione dell’Aida di Giuseppe Verdi, del 3 novembre 1924, che però non era una prima volta. Il 24 novembre 1928 dirigerà la prima negli States della “Campana sommersa”, opera in 4 atti, su libretto di Claudio Guastalla, di Ottorino Respighi, bolognese del 1879, reputato tra i compositori in grado di rinnovare il panorama musicale italico, basato sulla commedia “Die versunkene Glocke”, del tedesco Gerhart Hauptmann. Serafin (nella foto, particolare, insieme al soprano Maria Callas, della quale sarà mentore, che debutterà proprio con lui, a Verona, il 2 agosto 1947 ne "La Gioconda" di Amilcare Ponchielli) rimarrà al Metropolitan per 10 anni, dal 1924 al 1934, dove parteciperà a 683 rappresentazioni di gran calibro. Poi tornerà nel Belpaese perché verrà nominato direttore artistico del teatro dell’opera di Roma.

Nella Capitale promuoverà, tra l’altro, l’ardita rappresentazione, da lui diretta, per la prima volta in Italia, il 3 novembre 1942, del “Wozzeck”, opera lirica in tre atti, del compositore austriaco Alban Berg, tratta dal lavoro teatrale “Woyzeck”, del drammaturgo tedesco Georg Büchner. Il percorso professionale dell’italiano Serafin, considerato tra i migliori direttori d’orchestra internazionali in un arco temporale lungo 60 anni, nel corso del quale dirigerà artisti importanti da Enrico Caruso a Luciano Pavarotti, verrà paragonato a quello di Arturo Toscanini. L’itinerario artistico di Serafin verrà raccontato dettagliatamente nel volume, scritto da Nicla Sguotti, intitolato “Tullio Serafin, il custode del bel canto”, pubblicato dalla casa editrice Armellin musica di Padova, nel 2018.