17 giugno

Oggi, ma nel 1974, a Padova, in via degli Zabarella 24, nella sede del Movimento sociale italiano, i brigatisti Fabrizio Pelli e Roberto Ognibene uccidevano, a colpi di pistola calibro 38 e 7.65, i militanti della fiamma Giuseppe Mazzola, di 60 anni, appuntato dei carabinieri in congedo, e Graziano Giralucci, di 30, agente di commercio e rugbista del Cus, il gruppo sportivo della locale università. Era ufficialmente il primo omicidio politico messo a segno e rivendicato come tale dall’organizzazione terroristica col simbolo della stella a cinque punte. Veniva commesso, secondo quanto riferirà il leader delle Br Renato Curcio, sia per far circolare in giro la notizia che all’occorrenza loro fossero disposti ad uccidere, ma anche per una sorta d’incidente di percorso durante l’agguato a scopo soprattutto d’intimidazione e di rapina ai missini.
Di fatto il duplice delitto (nella foto, particolare, le vittime nel francobollo commemorativo emesso da Poste italiane il 25 maggio 2024), benché effettuato senza premeditazione stando al gruppo storico, costituirà uno degli episodi più significativi nel triste percorso della lotta armata vissuta durante i cosiddetti anni di piombo nel Belpaese. Nel commando che partecipava all’agguato letale vi erano, oltre ai due sicari già menzionati che materialmente premevano i grilletti delle loro armi, anche Susanna Ronconi, che poi transiterà in Prima linea e sarà la compagna e la moglie di Sergio Segio, Giorgio Semeria, Martino Serafini, tutti e tre con compiti d’appoggio e di retroguardia. “Bicio” Pelli morirà prima della sentenza a causa della leucemia, l’8 agosto 1979, a 27 anni, all’ospedale Niguarda di Milano. Il 9 dicembre 1991, in secondo grado, Ognibene verrà condannato a 18 anni di prigione, Ronconi e Semeria a 12, Serafini a 7. Tutta la vicenda verrà ricostruita anche nel volume "Cuori neri. Dal rogo di Primavalle alla morte di Ramelli", scritto dal futuro direttore del "Centro" Luca Telese e pubblicato dall'editore milanese Sperling & Kupfer nel 2006.