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17 MARZO

Oggi, ma nel 1990, in tutta Italia, “Vattene amore”, brano cantato da Amedeo Minghi e “Mietta”, raggiungeva la vetta della classifica nazionale dei singoli. Chiuderà la hit-parade annuale del Belpaese, il 31 dicembre successivo, al secondo posto, alle spalle di “Un’estate italiana”, di Edoardo Bennato e Gianna Nannini, inno ufficiale dei mondiali di calcio “Italia ’90”, nota anche come “Notti magiche”.

Il tormentone “Vattene amore” era stato pubblicato, dall’etichetta discografica Fonit Cetra, il 3 marzo precedente. Il pezzo era stato scritto da Minghi insieme a Pasquale Panella, paroliere che si firmava Vanda Di Paolo. Inizialmente destinato ad Annamaria Mazzini, “Mina” e Ornella Vanoni, era stato poi affidato a Daniela Miglietta, ovvero “Mietta”, tarantina di 20 anni, già vincitrice della sezione nuove proposte con “Canzoni”, nella kermesse canora della Città dei fiori, il 25 febbraio 1989.

Alla fine, Minghi aveva optato per partecipare anche con la sua voce nella quarantesima edizione del Festival di Sanremo, dove proprio il 3 marzo la canzone si era guadagnata il gradino più basso del podio. La trovata in duetto (nella foto, particolare, l’esibizione proprio sul palco del Palafiori sanremese) si era posizionata dopo “Uomini soli”, dei Pooh, e “Gli amori”, di Salvatore “Toto” Cutugno.

Il ritornello contenente i nomignoli romantici “trottolino amoroso”, e “dù-dù-dà-dà-dà” entrerà nell’immaginario popolare e verrà utilizzato quale parodia del linguaggio mieloso utilizzato nelle storie di cuore. Il b-side del vinile e del compact disc conteneva anche la traccia intonata solo da “Mietta” e la versione intitolata “All for the love”, in inglese, interpretata dalla statunitense Domenica “Nikka” Costa, di 17 anni.

Minghi, romano, classe 1947, sulla scena musicale dal 1966, autore di successi di rilievo anche per altri artisti, aveva tratto ispirazione dall’aria “Non più andrai”, presa da “Le nozze di Figaro”, del 1786, di Wolfgang Amadeus Mozart, su libretto italiano di Lorenzo Da Ponte.