17 SETTEMBRE
Oggi, ma nel 1948, a Gerusalemme, attivisti della Banda Stern assassinavano il conte Folke Bernadotte di Wisborg, di 53 anni, nipote di re Gustavo V di Svezia, primo inviato delle Nazioni unite in Palestina, quale mediatore fra arabi ed israeliani in guerra.
L’omicidio (nella foto, particolare, la notizia riportata sul quotidiano statunitense “The New York Times”, in prima pagina, il 18 settembre di quel 1948), di estremo risalto planetario, veniva messo a segno durante la seconda tregua tra i belligeranti ottenuta, come anche la prima, proprio grazie all’intervento diplomatico dell’ex delegato alle trattative con il gerarca nazista Heinrich Himmler per conto della Croce rossa internazionale. Azione con la quale era riuscito a salvare 31mila malcapitati dai campi di concentramento. L’uccisone avveniva in territorio israeliano da parte del gruppo di terroristi della destra sionista di Israele. Il gruppo fondato nel 1940 da Avraham Stern aveva già fatto fuori Lord Walter Guinness, primo barone di Moyne, a Il Cairo, il 6 novembre 1944, quando era Alto commissario britannico.
Nel suo agire da mediatore con gli ex kapò germanici, Bernadotte aveva avuto a che fare anche con Odilo Globocnik, “Il boia di Lublino”, il triestino ritenuto l’ideatore della Shoah. Dopo il delitto le azioni militari nella terra di Cristo riprenderanno per la terza volta e proseguiranno fino al 10 luglio 1949, per poi avere un’ulteriore battuta d’arresto che comunque non sarà definitiva. L’Italia aderirà alla Carta dell’Onu, divenendone componente, il 14 dicembre 1955, durante il primo esecutivo guidato dal democristiano Antonio Segni, con il liberale Gaetano Martino a capo del dicastero degli Esteri.