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18 Febbraio

Oggi, ma nel 1950, a Roma, nel rione popolare di Primavalle, dall'appartamento di via Lorenzo Litta, del lotto 25, nella scala L, spariva Annamaria Bracci, detta Annarella (nella foto, nel particolare della copertina del settimanale Settimo giorno, del 16 marzo 1950), romana del 1937, uscita come d'abitudine per andare a comperare olio e carbone e sbrigare piccole commissioni per i vicini per guadagnare qualche lira. Il cadavere verrà recuperato, il 3 marzo successivo, in fondo al pozzo, profondo 13 metri, di via Torrevecchia, dal nonno. L'autopsia rivelerà sevizie, coltellate e segni del tentativo di violenza sessuale, ma la morte era avvenuta per annegamento. Verrà sepolta nella cappella gentilizia messa a disposizione da Raniero Marsili, nel cimitero monumentale capitolino del Verano, dopo la cerimonia funebre officiata a spese dell'amministrazione municipale, data l'estrema indigenza della famiglia Bracci. Il 14 dicembre 1957, la Cassazione rimetterà in libertà Lionello Egidi, amico dei Bracci, che viveva nello scantinato del loro palazzo, già con precedenti sospetti di molestie su minori, condannato in primo grado _ pena poi confermata in appello _ a 26 anni di carcere come presunto responsabile dell'omicidio. Il delitto, che aveva avuto notevole risalto mediatico, sia per la giovane età della vittima che per gli iniziali sospetti caduti sulla madre di Annarella, tanto da meritare la copertina della "Domenica del Corriere", illustrata dal disegnatore Walter Molino, rimarrà un giallo. Ma la memoria di Annarella reggerà nel tempo, tanto che, il 13 settembre 2017, le verrà dedicato il murales commemorativo in via Pio IX, sempre nell'Urbe.

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