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18 Febbraio

Oggi, ma nel 1977, a Carpenedolo, in provincia di Brescia, in via Dante, Giuseppe Piccini e Italo Dorini, colpivano l'appuntato dei carabinieri Lorenzo Forleo, originario di Francavilla Fontana, sempre in quel di Brescia, classe 1934. La vittima era in borghese poiché fuori servizio. Aveva accompagnato i figli a scuola e si stava recando a piedi in caserma. Morirà il 21 febbraio successivo, in ospedale. Era sposato e padre di tre bambini, di 11, 7 e 4 anni. Aveva visto dei sospetti a bordo di una Autobianchi A112 che si erano accostati ad una Alfa Romeo parcheggiata e stavano armeggiando contro la portiera di quest'ultima vettura per tentare di aprirla. L'esponente dell'Arma non aveva esitato a chiedere i documenti agli individui che aveva ritenuto dal dubbio comportamento, ma aveva rimediato una scarica di proiettili. Nonostante le gravissime ferite, aveva comunque trovato la forza di impugnare la pistola d'ordinanza per reagire, prima di accasciarsi al suolo (nella foto, particolare del corpo in fin di vita all'arrivo dei colleghi per i soccorsi, che si riveleranno inutili). Si era arruolato nel 1954 e nel 1971 era stato promosso appuntato. Dal 1969 era di stanza a Carpenedolo. Prima era stato assegnato in distaccamenti territoriali in Friuli Venezia Giulia, in Trentino Alto Adige, in Sicilia e in Puglia. I responsabili dell'omicidio, autori anche dell’attentato in piazza Arnaldo da Brescia, del 16 dicembre precedente, erano esponenti locali dell'estremismo di destra, in piena stagione dei cosiddetti anni di piombo. Verranno arrestati e condannati a 30 anni di carcere. Il 21 giugno successivo Forleo verrà onorato dalla Benemerita con l'encomio solenne alla memoria. Il 29 marzo 2010 gli verrà concessa l'onorificenza di medaglia d'oro quale vittima del terrorismo «per gli alti valori morali espressi nell'attività prestata presso l'Amministrazione di appartenenza e per i quali, a Carpenedolo, il 18 febbraio 1977, mentre si recava in caserma, venne ucciso da due appartenenti all'estremismo di destra della città di Brescia». Il 18 febbraio 2013, in occasione del 36° anniversario del delitto, Forleo verrà insignito anche della medaglia d'argento al valor militare alla memoria. Dei due sicari, Piccini era il più pittoresco. Era nato a Nave, sempre nel bresciano, nel 1936. Era stato già condannato a 30 anni di carcere per l'uccisione, in concorso con Tebaldo Martinengo, nella notte tra il 15 e il 16 marzo 1967, del filatelico Giambattista Zani. Era stato rinchiuso nel penitenziario di Pianosa, ma, il 25 luglio 1974, era riuscito ad evadere in canotto dall'isola. Aveva messo a segno due rapine in banca, una a Castenedolo e l'altra a Bagnolo Mella, sempre in quel di Brescia, ma era stato riacciuffato, il 25 settembre di quel '74, a Lomazzo di Como. Dopo essere stato rinchiuso nella casa circondariale di Porto Azzurro, sull'Isola d'Elba, l'11 settembre 1976, era riuscito a svignarsela, dopo aver segato le sbarre di una finestra della tipografia ed essere salito sul traghetto per Piombino, fingendosi turista. Il 16 dicembre 1976, con Dorini, che aveva solo 23 anni, in piazzale Arnaldo da Brescia, aveva causato la morte di Bianca Gritti Daller, del 1915, insegnante di tedesco all'istituto bresciano Abba Ballini, ed il ferimento di dieci persone, con una pentola a pressione riempita di nitrato di ammonio. Verrà preso, definitivamente, nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1977, a Parma.

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