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18 febbraio

Oggi, ma nel 1960, a Squaw Valley, in California, si apriva l’edizione VIII dei giochi olimpici invernali, che terminerà il 28 febbraio successivo. L’Italia partecipava con la delegazione di 28 atleti, dei quali 7 erano donne. Il 23 febbraio, sulla pista KT-22, sarà proprio una di loro, Giuliana Minuzzo, sciatrice di Vallonara di Marostica, in provincia di Vicenza, classe 1931, nello slalom gigante, a conquistare l’unica medaglia, quella di bronzo, per la formazione azzurra. Tagliava il traguardo dietro alla svizzera Yvonne Rüegg, prima, e alla statunitense Penelope Pitou, seconda.

Per gli atleti del circo bianco del Belpaese la Minuzzo era la pioniera, ma anche la speranza futura. Anche negli appuntamenti a cinque cerchi sulla neve precedenti, di Oslo, del 17 febbraio 1952, ottenendo la terza piazza nella discesa libera, la Minuzzo (nella foto, particolare, in azione) aveva fatto avere all’Italia dello sci il primo risultato in assoluto in una olimpiade invernale.

Si era posizionata dietro all’austriaca Trude Beiser, prima, e alla tedesca Annemarie Buchner, seconda. A Cortina, il 26 gennaio 1956, era stata la prima atleta a leggere il giuramento olimpico, ma in quella tornata non era stata in grado di andare a segno per quanto riguardava le gare. Aveva fatto registrare, l’1 febbraio di quell’anno, solo la quarta posizione, a pari merito con l’austriaca Hilfe Hofherr, nella discesa libera. Andando ancora a ritroso, nelle olimpiadi francesi di Chamonix del 1924, le prime svolte sulla neve, in quelle svizzere di Sankt Moritz del 1928, in quelle americane di Lake Placid del 1932, in quelle tedesche di Garmisch-Partenkirchen del 1936, l’Italia, sia nella formazione maschile che in quella femminile, non era stata capace di strappare alcun risultato degno di nota: aveva concluso le prove olimpiche facendo segnare "zero" sul medagliere e questo aveva inciso profondamente nella considerazione internazionale.

Proprio per questo il lavoro svolto dalla Minuzzo era tenuto particolarmente in considerazione dai vertici del Comitato olimpico nazionale. Dopo il ritiro dall’agonismo, al termine della stagione 1963, la Minuzzo si dedicherà al suo negozio di articoli sportivi, a Cervinia di Valtournenche, in Valle d’Aosta, che terrà aperto fino al 2011.