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18 gennaio

Oggi, ma nel 1994, a Scilla, in provincia di Reggio Calabria, sulla strada A2, al chilometro 420+850 della Salerno-Reggio Calabria, in direzione sud, il commando di fuoco della 'ndrangheta composto da Giuseppe Calabrò, come autista, e Consolato Villani, come killer, uccideva, a colpi di mitraglietta calibro 9, gli appuntati scelti dei carabinieri Antonino Fava, del 1957, e Vincenzo Garofalo, del 1960. Erano appartenenti al Nucleo radiomobile dell'Arma di Palmi, erano le 23, a bordo dell'Alfa Romeo 75 di servizio (nella foto la vettura crivellata di colpi con ancora i cadaveri dentro), erano in pattugliamento territoriale. Mandanti del duplice omicidio erano -si saprà su rivelazione degli stessi esecutori materiali che dopo l'arresto inizieranno a collaborare con la giustizia- i capi locali della 'ndrangheta reggina Giuseppe Graviano, Rocco Santo Filippone, Antonio Filippone.

Le due vittime, il 24 maggio 1994, verranno insignite della medaglia d'oro al valor militare dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. La figlia di Fava, Ivana, che aveva 8 anni quel 18 gennaio '94, seguendo le orme paterne, diverrà ufficiale dei carabinieri e rimarrà nella sua terra a prestare servizio e si adopererà per conoscere la verità dietro l'esecuzione dei due appuntati. Operazione che non rientrava in una semplice azione della malavita organizzata della zona contro due uomini in divisa capitati nel posto sbagliato e nel momento meno opportuno, ma in un più ampio piano di attentati. Assalti programmati per portare a termine il nuovo accordo segreto, tra mafia siciliana e 'ndrangheta calabrese, di feroce attacco contro lo Stato e qualsiasi suo rappresentante, in quella particolare stagione criminale.