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18 Maggio

Oggi, ma nel 1956, a Roma, al Palasport, Uber Bacilieri (nella foto), campione d'Italia in carica dei pesi massimi di pugilato, oltre i 90,72 chilogrammi, ma inserito anche tra i primi in Europa come livello di preparazione, classe 1923, di Migliarino di Ferrara, veniva sconfitto per ko tecnico dalla più giovane promessa della categoria, Mario De Persio. Quest'ultimo, dal debutto come "pro", avvenuto il 4 settembre 1955, al Westfalenhalle di Dortmund, in Germania, contro Manfred Schneider, aveva all'attivo solo vittorie. De Persio, quel 18 maggio 1956, avrebbe dovuto affrontare Alain Cherville, ma essendosi il belga infortunato in allenamento, era stato invitato il futuro vigile urbano ferrarese a confrontarsi col boxeur dell’Audace capitolina, nato nel 1932 nell'Urbe. L'incontro, che si credeva fosse una formalità per Bacilieri -che aveva conquistato il titolo tricolore, il 28 aprile 1952, a Ferrara, battendo Giorgio Milan, e che già nell'edizione londinese del 1948 aveva fatto parte della rappresentanza azzurra alle Olimpiadi, sempre nella massima categoria di peso- si trasformava in una disfatta. Dovuta anche all'infortunio al ginocchio durante il match che rendeva difficoltoso il prosieguo del combattimento. Così chi lo assisteva all'angolo era stato costretto a gettare la spugna, nonostante il parere contrario dello stesso pugile. Quel ko fece molto discutere gli appassionati italiani, creando un vero e proprio caso mediatico. Bacilieri si ritirerà dall'agonismo il 7 dicembre dell'anno successivo, dopo aver perso, a Bologna, contro Massimo Zanaboni. Aveva debuttato da professionista l'11 gennaio 1950, sempre a Bologna, pareggiando con Luigi Spaiardi, che poi aveva battuto, a Ferrara, il 13 febbraio di quello stesso anno. De Persio, invece, darà l'addio ai combattimenti dopo essere stato mandato ko, da Bonino Allevi, il 26 dicembre 1960, a Milano, al Palazzo dello sport.

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