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18 Novembre

Oggi, ma nel 1989, a Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza, sulla strada statale 106 Jonica, veniva ritrovato il corpo senza vita del centrocampista del Cosenza Donato Denis Bergamini, di Argenta, in quel di Ferrara, classe 1962, in un simulato suicidio. Era stato acquistato dal Cosenza nel 1985 e aveva militato nel club per cinque stagioni, fino alla promozione in serie B. Che si sia trattato di omicidio e non di suicidio verrà appurato il 29 novembre 2017, dopo ulteriori analisi, stabilendo la morte per soffocamento. Secondo le testimonianze del 18 novembre 1989, infatti, risultava erroneamente che Bergamini si sarebbe buttato tra le ruote di un camion (nella foto) che l'avrebbe poi trascinato per 60 metri, uccidendolo. L'indagine fu archiviata, ma l'ipotesi di suicidio non era mai stata ritenuta credibile, anche perché il cadavere non presentava ferite compatibili il tipo di decesso volontario e non c'erano neanche tracce di fango, nonostante sul luogo dell'incidente fosse piovuto. La vittima aveva giocato la sua ultima partita, il 12 novembre 1989, Monza-Cosenza, terminata col pareggio 1-1, con rete rossoblù marcata da Michele Padovano che, dopo la scomparsa dell'amico, indosserà la maglia numero 8 di Bergamini per disputare la sfida Cosenza-Messina, che si concluderà 2-0, il giorno dopo la morte di Denis, il 19 novembre. Verranno prese di mira dalla magistratura tre persone, presumibilmente ritenute coinvolte nel giallo: Isabella Internò, ex fidanzata del calciatore, il camionista Raffaele Pisano, che, verosimilmente, verranno accusati di concorso in omicidio, e il poliziotto e futuro marito di Isabella, Luciano Conte, con la ipotetica accusa di favoreggiamento. Ma, di fatto, il caso rimarrà irrisolto, senza colpevoli assicurati alla giustizia, né tantomeno verrà determinato il movente.

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